La relazione annuale di Basile spacca il Consiglio comunale
MESSINA. Una messa cantata, ma visto che la relazione annuale del sindaco non è sottoposta al voto dell'Aula, era abbastanza prevedibile. Per la maggioranza Messina è stata trasformata in una sorta di quasi paradiso terrestre e lo diventerà entro i prossimi tre anni. Diametralmente opposta, neanche a dirlo, la visione dell'opposizione.
Ad aprire le danze degli interventi sono i basiliani Ciccio Cipolla e Nicoletta D'Angelo (ques'ultima ha preteso di parlare prima del capogruppo di FdI Libero Gioveni in nome dell'alternanza uomo-donna), anche se quest'ansia oratoria è stata placata, così come per Cipolla, leggendo qualche paginetta già pronta.
Gioveni, ecumenico come sempre, un po' accarezza e un po' usa il bastone, ma con dolcezza. A invertire la rotta è Alessandro Russo del PD, che non fa sconti e attacca con forza rispetto al ruolo eccessivamente dominante delle partecipate rispetto agli assessorati e sul pasticcio della gestione dei servizi sociali, che dopo 6 anni sono ancora lacunosi anche dal punto di vista contrattuale dei lavoratori.
Dura reprimenda anche dal consigliere di FdI Dario Carbone, che come alcuni colleghi della maggioranza ha fatto le pulci ai singoli assessori. Un altro basiliano, Salvatore Papa, ha parlato, e non avrebbe potuto essere diversamente, di “relazione di grande spessore” e ha elogiato l'amministrazione che sostiene.
Antonella Russo del PD ha messo sale sulla ferita delle relazioni istituzionali, accusando Basile di non riuscire a rapportarsi adeguatamente con il Governo nazionale e con quello regionale. Per un altro capogruppo basiliano, Pippo Trischitta, che in apertura ha dichiarato, contraddicendo il dominus assoluto Cateno De Luca, che lui è e sarà sempre a favore del ponte sullo stretto, Messina è migliorata molto, soprattutto se si guarda alla situazioni di altre città, Roma in testa.
L'attacco più duro e politico è stato quello del capogruppo del PD Felice Calabrò. Ha fatto i complimenti ha chi ha scritto davvero la relazione (facendo capire chiaramente che per lui non è stato Basile), ha smontato diverse affermazioni autoglorificanti contenute nella stessa e ha accusato la Giunta di essere a favore del ponte “ma solo se lo fanno loro”. Poi l'affondo finale: “Siete soli -ha dichiarato. De Luca non c'è più: ci siete solo voi e la vostra autorevolezza e si vedrà chi ne ha davvero e chi no. Questa è una giunta smembrata, il capitano non c'è più e voi siete a chiudere, qui in aula non ci sono neanche tutti i vostri consiglieri, per quanto pochi”. Poi il coup de theatre finale: Calabrò ha letto uno degli scivoloni sintattici contenuti nella relazione e ha lasciato l'aula.
Alla fine, ad ascoltare le conclusioni del sindaco, che ha ribadito la bontà della propria amministrazione e ha promesso “magnifiche sorti e progressive” di leopardiana memoria per Messina, in Aula c'erano solo 12 consiglieri su 32. Numeri che dicono più di tante parole.