La medicina naturale -quarta parte

MedicinanaturaleA partire dal X secolo in Italia, il sapere medico tornò a laicizzarsi, soprattutto grazie alla Scuola Salernitana, crocevia nel quale la tradizione greco-romana si incontrava e fondeva con il sapere arabo, e nel cui operato affonda le radici la moderna fitoterapia. I maestri salernitani si impegnarono a diffondere nozioni legate alla raccolta, alla preparazione e alla conservazione delle erbe. Alcune ricette da loro ideate come l'Unguento di Altea, il Miele rosato e l'Olio di Rose, fino a qualche tempo fa facevano ancora bella mostra di sé nella farmacopea ufficiale.

Il Quattrocento, con la meravigliosa invenzione della stampa, vide la grande diffusione dei libri, larga parte dei quali fu riservata alle erbe, ai medicamenti. A quell'epoca risale anche il primo vero trattato moderno di farmacologia, quel Compendium aromatorium che, firmato da Saladino d'Ascoli e dedicato al principe di Taranto, nacque con lo scopo di porre rimedio alle lacune che rendevano zoppo e pericoloso il lavoro di molti speziali del tempo, introducendo ad esempio i concetti di buona conservazione e di scadenza dei preparati.

Non meno importante e certo più famosa è l'opera del medico Pietro Andrea Mattioli (1500 – 1577), che scoprì le proprietà dell'ippocastano e che, nei suoi celebri Commentarii raccolse e fuse le conoscenze di botanica medica del tempo, tanto che essi furono stampati in numerosi edizioni e tradotti in diverse lingue. Nel Cinquecento la scienza erboristica della preparazione dei farmaci contagiò moltissime persone di diversa estrazione. In Italia i Medici e gli Este, rispettivamente signori di Firenze e di Ferrara, e anche Leonardo da Vinci si dilettò con lo studio delle piante medicinali.

Si diffusero in questo periodo numerosissimi erbari fregiati di immagini dettagliate e minuziose; sorsero ovunque Orti Botanici da quello di Pisa, fondato nel 1544 dal professor Ghini, a quello del Giardino del Re di Parigi, attuale Museo di Storia naturale. A metà del secolo la rivoluzione copernicana interessò anche la farmacologia che con Paracelso si lanciò alla ricerca dei principi attivi. Nacquero le officine della salute, primi laboratori, nei quali si sviluppò l'alchimia paracelsiana, che si fondava sulla spagirica (dal greco spàn, “estrarre”, e agirei, “raccogliere”).

Nel Seicento l'entusiasmo legato alla scoperta delle Americhe stimolò l'ingresso in Europa di migliaia di nuove piante. La tradizione atzeca, ad esempio, aveva fornito oltre al cacao un gran numero di erbe depurative. Dalle Antille proveniva il legno di Guaiaco che diede un efficace validissimo rimedio contro le malattie veneree.  Un nuovo importantissimo principio medico, il chinino, venne dal Perù e fu scoperto in modo del tutto fortuito. Pare che un temporale avesse fatto precipitare in un lago degli alberi di china e che animali malati avessero stranamente preso ad immergersi in massa. Quando infine un indigeno febbricitante cadde nel lago guarendo prontamente, fu chiara l'incredibile attività antipiretica della corteccia di china.

Tra Seicento e Settecento il proliferare di ciarlatani e imbroglioni portò a vacillare il prestigio e la credibilità degli speziali, che avevano da sostenere anche la “feroce” concorrenza dei conventi e dei monasteri. La Chiesa in quest'epoca organizzò al suo interno una curiosa ripartizione dei campi di influenza tra i vari ordini. I Carmelitani godevano così di una specie di esclusiva sulla fabbricazione a base di melissa (celebre e indimenticata è l'Acqua di Melissa che i Carmelitani Scalzi confezionavano in rue Vaugirard a Parigi e che non mancava nelle farmacie di nessuna casa, aristocratica o popolana che fosse). I Gesuiti detenevano il monopolio del commercio della china e del chinino, i Benedettini commercializzavano dentifrici e collutori realizzati con erbe aromatiche, mentre le suore nei conventi si dedicavano alla formulazione di sciroppi, decotti, infusi e impiastri. (segue il 27 maggio)

Per contattare il dottor Di Prima, farmacista e naturopata, potete scrivere a: anticospeziale@virgilio.it

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