Inizia una nuova era: quella del lavoratore incontinente

Anziani pensionati
Foto da GuidaSicilia.it

L' non è un Paese per vecchi. Nel 2012 la metà dei pensionati ha ricevuto un assegno mensile inferiore a 1000 euro, cifra non proprio stratosferica.  

In compenso, una piccola minoranza, ovvero solo l'1% degli aventi diritto all'assegno previdenziale, ha percepito più di 10 mila euro al mese (Fonte Il Fatto Quotidiano).

Le statistiche rivelano un forte divario tra una maggioranza silenziosa, che sopravvive a stento, e una minoranza di privilegiati, che gode di un assegno di quiescenza assai sostanzioso.

Per giunta, le pensioni d'oro sono il frutto della generosità (a nostre spese) dello Stato. Infatti, il vecchio sistema retributivo calcolava la pensione sulla base della media degli stipendi percepiti negli ultimi anni di vita lavorativa: la fase della carriera in cui, soprattutto in passato, si guadagnava di più. Quindi, chi è andato in pensione con il regime retributivo ha ottenuto di più di quanto ha versato. E nel caso delle pensioni d'oro questa differenza è assai cospicua. Il resto lo paga Pantalone.

Le pensioni d'oro sono uno schiaffo alla miseria e uno smacco per chi andrà in pensione con il nuovo regime contributivo, entrato in vigore nel 2012, che a differenza di quello retributivo si basa sulla media dei contributi versati in tutta la vita lavorativa.

Un sistema quindi, che premia la continuità e la quantità dei contributi versati. Uno studio, condotto da Progetica per il Corriere della , ha elaborato una serie di proiezioni sul futuro trattamento pensionistico di alcuni profili di lavoratori, in base alla vigente normativa.

Ad esempio, secondo la simulazione, un lavoratore trentenne dovrebbe andare in pensione tra il 2050 e il 2053 e percepire un assegno previdenziale compreso tra il 48% e il 93% dell'ultima retribuzione. Se il nostro giovane lavoratore avrà in sorte un impiego fisso farà carriera, percepirà uno stipendio che cresce nel tempo e potrà aspirare a una pensione dignitosa.

Altrimenti, alla fine di una (lunga) vita lavorativa, fatta di continui stop and go, riceverà un assegno di anzianità da fame. Insomma, la pensione è una specie di gioco del Monopoli, in cui la sorte svolge un ruolo importante nel decidere chi vince e chi perde. Peccato che, a differenza del famoso gioco di società, i soldi non sono finti ed è più facile finire alla Caritas che a Parco della Vittoria. 

Per ovviare al problema, i grandi guru della consulenza previdenziale consigliano di integrare l'assegno di anzianità con strumenti di risparmio gestito, come i fondi pensione, le polizze assicurative e altro.

La cosa è più facile a dirsi che a farsi.  Si tratta della classica situazione in cui il cane si morde la coda.  I nostri stipendi sono bassi, anche a causa delle tasse e dei contributi che dobbiamo pagare (senza avere la garanzia di una pensione dignitosa). Se gli stipendi sono bassi e il lavoro è (fin troppo) flessibile, diventa però impossibile fare dei risparmi e disporre del denaro necessario per investire nella pensione integrativa. Insomma, cornuti e mazziati.

Nel silenzio delle istituzioni e anche dei media, si prospetta per tutti coloro che sono ancora lontani dalla pensione un futuro da vecchietti (forzatamente) arzilli, che cercheranno di sbarcare il lunario tra un cambio di pannolone e una seduta di fisioterapia. La nota pubblicità di un adesivo per dentiera, che vede come protagonista una lavoratrice piuttosto agée sembra già anticipare il trend. Uno spettro si aggira per l'Italia: il lavoratore incontinente.        

Fabrizio Maimone

Messinese ca scoccia e romano di adozione. Ricercatore (molto) precario, collabora a progetti di ricerca su temi al confine tra sociologia, management e organizzazione, in Italia e all’estero. Insegna organizzazione aziendale all’università ed è docente di management e comunicazione. È formatore e consulente di direzione per le migliori e le peggiori aziende, italiane e multinazionali. La sua passione per la comunicazione (non solo) digitale è seconda solo a quella per la tavola, le buone letture e i viaggi.

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