Al Vittorio Emanuele “Il giorno della civetta”

Civetta 11Già nel 2009, proprio a Messina, aveva già messo in scena un romando del suo celebre nonno, “Todo modo”. Adesso Fabrizio Catalano propone la versione scenica di un altro romanzo di Leonardo Sciascia, forse il più celebre: “Il giorno della civetta”. L'adattamento teatrale è stato scritto da Gaetano Aronica, gli interpreti sono Sebastiano Somma (volto noto di tante fiction televisive di successo), Orso Maria Guerrini, lo stesso Aronica, Morgana Forcella, Roberto Negri, Alessio Caruso, Maurizio Nicolosi, Giovanni Vettorazzo, Luca Marianelli (in un ruolo c'è anche Catalano).

La trama è nota, perché il libro (pubblicato nel 1961) è diventato un classico della che descrive la mentalità mafiosa e anche per il successo che a suo tempo ha avuto il film omonimo, girato nel 1968 da Damiano Damiani e interpretato da Franco Nero e Claudia Cardinale.

La vicenda ruota attorno ad un inchiesta su un omicidio improvviso ed inatteso, condotta dal giovane capitano dei carabinieri Bellodi, appena approdato in Sicilia dalla lontana Parma.

Siamo all'inizio degli anni '60. Il capitano è un uomo onesto ed intelligente, pronto ad affrontare qualunque difficoltà, pur di far bene il proprio dovere. Ma ora si trova davanti un cammino lungo, faticoso, irto di ostacoli. La Sicilia che ha di fronte è un'isola per lui incomprensibile. Dura. Fredda. Soprattutto muta. L'azione si svolge in una cittadina dell'entroterra, in una piccola caserma dei carabinieri dove Bellodi si rende conto che l'uomo ucciso, Salvatore Colasberna, è morto con l'unico peccato di essere un uomo giusto, di aver contrastato la mafia, non piegandosi ai compromessi da essa imposti. E che a comandare non sono le leggi, ma l'ingiustizia e i soprusi esercitati ai danni dei più deboli, della gente comune, delle persone oneste: chi ha il potere, il più delle volte ne abusa. Il capitano riesce ad arrestare tutta la piramide mafiosa coinvolta nel delitto, arrivando fino ai vertici. Ma alla fine esce comunque sconfitto in questa guerra per la giustizia.

Sciascia parla in maniera esemplare della Sicilia, ma la metafora fa pensare anche al mondo, dove vige la legge del più forte e dove chi tocca gli interessi dei potenti, in un modo o nell'altro, muore. Scrive infatti Catalano nelle sue note di regia: “Oggi, guardandoci intorno, leggendo i giornali, viaggiando, possiamo, in tutta sincerità, dire che soltanto in Sicilia i soprusi e le ingiustizie vengono imposti con la violenza? E in Italia, in Europa, nel mondo, non vige forse la legge del più forte? Chi tocca gli interessi dei potenti, che quasi mai coincidono con quelli del comune cittadino, muore. Chi ha il potere, ne abusa. In pochi protestano, in pochi si oppongono. Per queste ragioni, in questo spettacolo, dovremo curarci di rifuggire ogni rassicurante stereotipo: è comodo avere dei cattivi con un accento pronunciato, con la voce roca ed un sigaro cubano tra i denti, ma i mafiosi che ne'Il giorno della civetta' violentano la giustizia non potrebbero essere faccendieri, rappresentanti del clero, industriali, ministri e perfino presidenti dei giorni nostri?”.

Uno spettacolo, quindi, di importanza sociale e , da seguire tra le riflessioni proposte dal testo e le interessanti interpretazioni di due attori importanti come Sebastiano Somma e Orso Maria Guerrini.

TEATRO VITTORIO EMANUELE

Mercoledì 11,  venerdì 13 e sabato 14 gennaio ore 21.00;

giovedì 12 e domenica 15 gennaio ore 17.30

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