#ilferribottenonsitocca. Il Gruppo FS convoca i sindacati in un estremo tentativo di mediazione
Il Comitato Popolare Sicilia e Calabria va avanti verso l'assemblea del 25 marzo brandendo lo slogan #ilferribottenonsitocca per impedire lo smantellamento del traghettamento ferroviario e i tagli a navi e treni nell'Isola. Il Gruppo FS tenta di correre ai ripari con una convocazione congiunta dei sindacati di categoria per mercoledì prossimo.
Il direttore del personale Gino Colella mette nero su bianco che l'incontro è stato indetto per “comunicazioni riguardanti il servizio di traghettamento sullo Stretto di Messina”.
E visto che alcune settimane fa in un clima da asilo Mariuccia le sigle Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fast (ma quest'ultima meno di 24 ore dopo fece retromarcia) hanno richiesto espressamente alle Ferrovie dello Stato la convocazione di tavoli separati rispetto agli altri sindacati, sarà divertente vedere chi parteciperà all'incontro.
La marcia del 14 febbraio (Foto Paolo Furrer)Al di là del clima da separati in casa che aggiunge un tocco di divertente follia all'intera vicenda (mentre i sindacati litigano, ma forse sarebbe più adeguato utilizzare bisticciano, il Gruppo FS va avanti con la sua ipotesi di dismissione del traghettamento ferroviario) è evidente che la convocazione altro non è se non un tentativo di bloccare lo sciopero e la manifestazione del 25 marzo.
“Se le FS non ritireranno il documento presentato il 2 febbraio scorso e non ufficializzeranno con chiarezza il mantenimento dell'attuale sistema di traghettamento dei convogli ferroviari anche dal prossimo giugno -fanno sapere dal Comitato- non ci sarà alcun passo indietro da parte nostra.
Anzi, la macchina organizzativa per la manifestazione popolare prevista in concomitanza con lo sciopero procede spedita. Mercoledì 25 marzo a Palazzo Zanca sarà la cittadinanza chiamata a raccolta dal Movimento Popolare #ilferribottenonsitocca a dire no ai tagli della lunga percorrenza in Sicilia. Non siamo più disposti a giocare al ribasso perché #noivogliamotutto e siamo disposti a parlare solo di rilancio e non più di dismissioni”.