Il prestito della Regione cancellato dal Bilancio del Comune

Mai fare dichiarazioni avventate. Il 15 gennaio è arrivato e abbondantemente passato, dei 40 milioni della Regione (che nel frattempo sono diventati 33) non c'è neanche l'ombra e così, come sono stati inseriti nel Bilancio, adesso sono stati tolti. “I soldi della Regione non ci sono ed io li tolgo dal Bilancio”. Punto. Ferdinando Coglitore, Ragioniere Generale del Comune di Messina non ha dubbi. E così, visto che dei milioni promessi dal presidente Crocetta alla fine dell'anno scorso per salvare la città dalla dichiarazione di dissesto non c'è ancora traccia se non un impegno dell'esecutivo che ha avuto il via libera dell'Assemblea regionale, per il momento Coglitore li ha cancellati.

“Quando arriveranno, se mai arriveranno, li inserirò -puntualizza. Fino a quel momento per quanto mi riguarda non esistono. Non posso prendere in considerazione somme che attualmente non sono concrete, reali”. Quando gli chiediamo se pensa che non arriveranno mai Coglitore precisa: “No, non penso questo -spiega il Ragioniere Generale- ma quello che forse non è ancora chiaro è che il trasferimento di questi 33 milioni nelle nostre casse dipenderà esclusivamente dal fatto che Messina acceda al Fondo Salva-Comuni. Se prima non si sblocca questa partita a livello nazionale, fondi regionali non ne vedremo. Quando arriveranno, li inserirò nel Bilancio Previsionale 2013, che dovrà essere pronto entro giugno”.

L'incauto annuncio del neo onorevole ARS Marcello Greco sull'invio dei 33 milioni entro il 15 gennaio è stato però smentito dai fatti. Il primo mese del 2013 è arrivato e passato, ma la sola cosa arrivata da Palermo è la notizia che la Corte dei Conti ha sospeso la procedura di dissesto avviata nei confronti del Comune di Messina visto che l'amministrazione ha avviato la manovra di riequilibrio finanziario.

Resta comunque la spada di Damocle di un'eventuale dichiarazione di dissesto legata alla valutazione che la stessa Corte dei Conti ed il ministero degli Interni daranno sul Piano pluriennale di riequilibrio predisposto dall'Area Economico-Finanziaria del Comune di Messina, già approvato dal commissario straordinario Luigi Croce e trasmesso al Consiglio Comunale, che adesso avrà 60 giorni per pronunciarsi.

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Il Ragioniere Generale Ferdinando Coglitore

Secondo Coglitore, bene, bene che vada Messina vedrà i fondi regionali non prima di cinque-sei mesi. Ma le incognite legate al trasferimento dei fondi regionali sono più d'una. A partire dal fatto che nel documento predisposto dalla Regione è scritto nero su bianco che per poterli ottenere è necessario che il Comune che lo richiede non abbia sforato il Patto di Stabilità nel biennio 2010-2011.

E se per il momento, grazie alla sospensiva del Tribunale Amministrativo Regionale, lo Stato ha dovuto restituire a Messina gli oltre 7 milioni precedentemente trattenuti risultava che il Comune di Messina avesse sforato il Patto di Stabilità nel 2011,  è anche vero che in realtà il giudizio definitivo sulla questione è solo rinviato e non è detto che il CGA non ribalti la situazione.

L'altra incognita che pesa come un macigno e che fa pensare che la dichiarazione di dissesto sia stata solo rinviata di uno o due anni riguarda proprio i due prestiti (ché di questo si tratta e non certo di erogazioni a fondo perduto) che la Regione con il suo provvedimento varato dall'ARS per i comuni siciliani sull'orlo del dissesto e lo Stato con il Fondo Salva-Comuni potrebbero concedere alla città.

Da Palermo dovrebbero arrivare 33 milioni da restituire in 5 anni, da Roma 50 milioni da rimborsare in 10 anni. Fatti due conti, è evidente che nel prossimo quinquennio Messina avrebbe sulle spalle un ulteriore debito di quasi 12 milioni da pagare ogni anno e che scenderebbe a 5 milioni nei 5 anni successivi. Visto lo stato in cui versano le casse di Palazzo , non è detto che il Comune ce la possa fare ad pagare questa ulteriore massa di debiti. Allora il default arriverebbe comunque e dalla manovra appena predisposta e che adesso il Consiglio dovrà approvare la città non ne avrebbe tratto alcun beneficio ma solo la certezza di anni di lacrime e sangue.

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