Il niet della Corte dei Conti al ponte: la rabbia del centrodestra, la vana soddisfazione dei nopontisti
ROMA. Dopo il terzo niet della Corte dei Conti al progetto del ponte sullo Stretto, arrivano le reazioni del Governo e del centrodestra, con in testa la Lega, che il collegamento stabile tra la Sicilia e l'Europa lo avevano inserito nel proprio programma. Durissima la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha sottolineato che “la mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l'ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l'adunanza di oggi; per avere un'idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l'avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l'esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all'approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a un'intollerabile invadenza, che non fermerà l'azione di Governo sostenuta dal Parlamento”.
“La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico -incalza il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall'Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da Sud a Nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.
“Dispiace che qualche giudice preferisca remare contro il progresso del nostro Paese, mentre la Lega ha lavorato senza sosta per rilanciare il Sud, la Sicilia e la Calabria con un'occasione unica di sviluppo, lavoro e futuro -dice il deputato siciliano della Lega Anastasio Carrà. Dispiace ancora di più che si usi la giustizia per fermare una delle più grandi opere al mondo, simbolo di speranza per tanti giovani che hanno già chiesto di poter lavorare alla realizzazione del Ponte sullo Stretto”.
“Non è bastato quello che è successo con Open Arms -ricorda la parlamentare siciliana della Lega Valeria Sudano. I giudici ci riprovano, ma questa volta se la prendono con i siciliani a cui vogliono negare la modernità, il progresso, il lavoro che meritano. Usare la giustizia per bloccare un progetto politico su cui la Lega ha lavorato senza sosta nel tempo, insieme a 22 università e 54 professionisti di tutto il mondo, per difendere il diritto alla mobilità, alla salute, alla vita dei tanti siciliani, credo sia assurdo e ingiusto”.
“Le affermazioni del capogruppo del Partito democratico all'Assemblea regionale siciliana, Michele Catanzaro, sono lo specchio della decadenza del Pd, un partito privo di idee per lo sviluppo del Paese e della Sicilia, capace unicamente di boicottare in nome del vecchio motto “tanto meglio tanto peggio” -afferma Salvo Geraci, capogruppo della Lega all'Assemblea regionale siciliana. Il ponte andrà avanti perché tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle norme e il giudizio della Corte è veramente sorprendente. I finanziamenti della Regione Siciliana rimangono confermati per il ponte, perché rappresentano un investimento importante per la crescita della nostra Sicilia”.
Toni trionfanti dal centrosinistra che, probabilmente digiuno in materia, parla di blocco del ponte, ignorando (o non ricordando) che sul progetto del collegamento stabile tra la Sicilia e l'Europa il parere della magistratura contabile non è vincolante. “La decisione della Corte dei Conti che demolisce il pericolosissimo, costosissimo e inutile giocattolo di Salvini è la sacrosanta bocciatura del disastroso governo Meloni che non riesce ad azzeccarne una manco per sbaglio -dichiara il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca. Dovrebbero prenderne atto, cospargersi il capo di cenere, chiedere scusa a tutti gli italiani e dimettersi. Lo stesso dovrebbe fare Schifani, invece di imbastire una ridicola difesa d'ufficio e parlare di ingerenza della magistratura contabile in perfetto stile berlusconiano. Renda conto, invece, ai siciliani del miliardo e 300 milioni destinati a questa folle sceneggiata, sottratti alle nostre infrastrutture fatiscenti anche per colpa del suo governo che sa solo parlare di poltrone e inchinarsi a tutti i diktat romani a dispetto degli interessi della Sicilia”. Sulla stessa lunghezza d'onda, neanche a dirlo, il segretario provinciale del PD messinese Armando Hyerace: ““La bocciatura della Corte dei Conti è la pietra tombale su una delle più grandi bufale della storia repubblicana: il ponte sullo Stretto. Tre anni di propaganda, milioni sprecati in una società da chiudere subito e zero risultati. Salvini chieda scusa al Paese e si dimetta. È finita la stagione delle prese in giro”.

