Il futuro delle Ipab a Messina e in provincia secondo la Cisl

Cisl su IpabIl peso e il ruolo delle Ipab nel sistema welfare del nostro territorio. Quanto risparmio e quale migliore programmazione potrebbe realizzarsi a beneficio dell'utenza? Quanta forza lavoro avrebbe la possibilità di essere inserita in un ciclo produttivo e organizzativo consolidato? Quanta maggiore utenza potrebbe fruire di migliori e nuovi servizi?

Aspetti che verranno approfonditi mercoledì 9 luglio alle 9.30 nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni, nel corso del convegno organizzato dalla Cisl Messina. Presenti l'assessore regionale alla Famiglia Giuseppe Bruno, il commissario della Provincia Filippo Romano, il segretario generale della Cisl Sicilia Maurizio Bernava, il segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese ed esponenti del mondo sociale come Maria Lucia Serio della Consulta e Filippo Santoro dell'Ordine Regionale degli Assistenti Sociali.

La Cisl presenterà il monitoraggio 2014 sulle Ipab ma soprattutto le proposte in materia di riordino del sistema welfare in regionale e territoriale.

In provincia di Messina, le Ipab sono 16 e offrono assistenza a circa 600 utenti con un impiego di 156 lavoratori, oltre coloro che sono coinvolti con affidamenti esterni e convenzioni con cooperative.

“Nella maggior parte dei casi –spiega la Cisl – con forti difficoltà economico-finanziarie e con spettanze non pagate ai lavoratori anche con punte di 40 e più mensilità”. Dallo è emersa una spesa sociale nella provincia di Messina di 170 milioni di euro, impegnata dai vari Enti per servizi socio-assistenziali spesse volte inutili, duplicati, sovrapposti, come l'assistenza domiciliare agli anziani e integrata, il trasporto, i servizi erogati da Aziende Sanitarie, Comuni, Provincia e Distretti Socio-Sanitari.

Fare sistema ed evitare incoerenze, duplicazioni, evitare sprechi di risorse è l'obiettivo del sindacato con il convegno di mercoledì per perseguire i principi di efficienza ed efficacia, focalizzare l'attenzione sul fruitore finale, per dare vita sia a livello regionale che locale a un'integrazione di tutte le politiche socio-assistenziali, avendo una visione complessiva dell'intero sistema ma mettendo al centro sempre e comunque la persona quale portatrice di bisogni”.

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