Il dissesto alle porte, secondo no per l’Amam

Hanno chiesto dei chiarimenti, ma la sostanza non cambia. La dichiarazione di dissesto del Comune di Messina è solo rinviata.

Su richiesta del presidente del Pippo Previti i membri del Collegio di Difesa di Palazzo Zanca, presieduto dall'avvocato Francesco Marullo di Condojanni, si sono riuniti ancora una volta per valutare se l'Amam debba davvero pagare ogni anno 17 milioni di euro all'amministrazione comunale. E ancora una volta la risposta è no.

“Anche se ancora non abbiamo risposto in maniera ufficiale -spiega Marullo- sostanzialmente siamo orientati a ribadire quanto già detto in aprile. L'Amam non deve versare alcuna somma al Comune. Visto che ci rendiamo conto di cosa comporti per la città questo nostro parere, abbiamo richiesto al Croce ulteriori chiarimenti e li stiamo aspettando. Tuttavia, non credo che ci siano degli elementi per affermare qualcosa di diverso rispetto a questa vicenda”.

I 17 milioni di euro che secondo il commissario straordinario Luigi Croce ed i suoi esperti l'Amam deve versare ogni anno al Comune sono uno dei pilastri fondamentali del Piano di Rientro presentato per evitare la dichiarazione di dissesto.

Venuti meno questi fondi perché l'Amam nulla deve a Palazzo Zanca (è solo questione di tempo, visto che il Collegio di Difesa è orientato a confermare il parere espresso il mese scorso), il Piano di Rientro crolla come un castello di carte.

A peggiorare la situazione, contribuisce anche la spada di Damocle dei 7 milioni in un primo momento tagliati dai trasferimenti statali per lo sforamento del Patto di Stabilità del 2011 e poi restituiti provvisoriamente grazie ad una sentenza di sospensione del Tar. Sembra infatti, non c'è ancora alcuna dichiarazione ufficiale in tal senso, che la Corte dei si sia pronunciata negativamente e quindi anche questa somma sparirà dai trasferimenti statali del 2013.

Tra l'altro, non potendo più contare sulle entrate dell'IMU così come era stato deciso l'anno scorso, quando a denti stretti e su richiesta del commissario Croce il Consiglio comunale votò l'aumento dell'imposta sugli immobili portandola al tetto massimo, la dichiarazione di dissesto appare ormai inevitabile.

I rumors di Palazzo Zanca sostengono che entro pochi giorni Croce sarà costretto a fare quello che ha rinviato fino all'ultimo: essere lui a dichiarare il default del Comune di Messina, invece di passare la palla al futuro sindaco. E allora, anche la richiesta di chiarimenti del Collegio di Difesa non avrà più alcun senso.

La dichiarazione di dissesto arriva quando l'ente, quindi il Comune di Messina, non è più in grado di garantire i servizi essenziali. Quello che è successo negli ultimi mesi, durante i quali si è persino arrivati a sospendere i servizi sociali, non lascia molte speranze.

Uno dei tanti nodi da sciogliere sarà quello del futuro dei 302 precari. C'è chi sostiene che dopo oltre 20 anni di lavoro saranno mandati a casa e chi invece, facendosi forte del fatto che i fondi per loro arrivano per lo più dalla Regione, potranno essere salvati. Uno dei tanti problemi da risolvere per evitare che la città esploda.


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