I Valdesi, Messina e i 150 anni dell’Unità d’Italia

TempioValdesepostterremoto
Il primo Tempio Valdese

Il 2011 è stato l'anno delle celebrazioni dell'Unità d'Italia. A Messina, la ricorrenza è stata festeggiata anche dalla Comunità Valdese, che proprio nel 1861 fondò la prima comunità in riva allo .

Come ha ricordato il pastore Giovanni Lento durante il sermone letto nel corso delle celebrazioni per i 150 anni della presenza valdese a Messina, a metà dell'800 il capoluogo peloritano “era una città moderna in cui fiorivano industrie e commerci e soprattutto era ritenuta la più liberale di tutta la Sicilia. Ciò spiega perché tra i primi ad aderire al nuovo modo di vivere la fede cristiana e che costituirono il primo nucleo di questa comunità furono aperti all'ansia di rinnovamento, che percorse la  nostra penisola in seguito all'unità d'Italia.

La Chiesa Valdese, che dopo secoli di persecuzioni e di massacri subiti aveva ottenuto in seguito a pressioni da parte delle potenze europee le libertà civili, che le erano sempre state negate, ha subito inteso la conquistata libertà come una chiamata ad uscire dal ghetto alpino in cui era stata costretta a vivere e scoprire la vocazione ad essere missionaria. Da allora i Valdesi iniziarono un movimento di evangelizzazione che in seguito all'unità di d'Italia si estese a tutto il Paese”.

La presenza valdese in Sicilia iniziò nel 1861 con l'arrivo nell'Isola del pastore Giorgio Appia, che aveva studiato teologia a Bonn, Halle e Ginevra. “A Messina -aggiunge ancora Lento- la sua predicazione ha raccolto subito una piccola comunità, che visitava insieme alle altre da lui fondate, ma destinata ben presto a crescere, sì da richiedere già nel 1868 l'invio di un pastore stabile e nel 1872 l'acquisto e la trasformazione in tempio valdese di una vecchia chiesa cattolica, prima adibita a magazzino”.

Nel 1866 la comunità aumentò con l'ingresso di un piccolo gruppo fondato dal messinese J. J. Varnier, un missionario cattolico convertito all'anglicanesimo, e tre anni dopo il pastore Malan fu inviato a Messina. Il numero dei fedeli aumentò rapidamente e all'inizio del 1869 passò da 120 a 170. Il decennio 1869-1879 fu il periodo migliore della comunità, che arrivò anche a contare oltre 300 fedeli, un numero raggiunto da poche altre Chiese Valdesi in Italia. Non c'erano problemi economici e con le offerte si coprivano sia i costi di gestione che i poveri che contavano sulla chiesa. Nei 13 anni della permanenza del pastore Malan la comunità raggiunse i 100 membri effettivi.

L'unico vero problema era la mancanza di un locale adatto. Nel 1872 arrivò l'autorizzazione ad acquistare un immobile (una ex chiesa cattolica)  ed il 22 febbraio fu inaugurato il primo Tempio. Il clero messinese non gradì l'apertura di un tempio protestante proprio di fronte ad una chiesa cattolica e questo generò dei piccoli disordini.

ChiesaValdese
Il Tempio Valdese costruito nel 1940

Questi episodi non rimasero isolati ed altri gesti di fanatismo e intolleranza religiosa verso gli evangelici si ripeteranno nel marzo del 1875 durante la processione di San Giuseppe durante la quale duecento fedeli cattolici, gridando ed insultando i passanti, li obbligarono a scoprirsi il capo, insultandoli e apostrofandoli come frammassoni e protestanti.

In ogni caso si trattò di episodi limitati ed occasionali e le attività della comunità evangelica proseguirono tranquillamente.

Nel 1900, all'alba del XX secolo, i valdesi sono ormai 150 membri, la Scuola Domenicale ha 52 alunni ed i catecumeni sono ben 41. Il terremoto del 1908 travolse anche la comunità e durante il sisma morirono i due terzi dei membri di chiesa ed il pastore Chauvie, ricordato soprattutto per l'impronta sociale del suo ministero.

Un Tempio provvisorio in legno fu edificato nel 1910 ed il 3 marzo 1940 il Moderatore Comba inaugura l'attuale tempio di via Laudamo. “Adesso la comunità registra un centinaio di membri e simpatizzanti -spiega la pastora Julia Hillebrand. Siamo molto attivi nel campo ecumenico, ma non perdiamo la nostra identità riformata di tipo calvinista”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *