Gli attivisti del Pinelli lasciano il Vittorio Emanuele

Accorinti occupazione TVE
Il sindaco Accorinti al Vittorio Emanuele con gli occupanti (Foto Dino Sturiale)

Un addio in sordina, quello degli attivisti del Teatro Pinelli Occupato al Vittorio Emanuele. Dopo un'occupazione lampo di due giorni che solo a cose fatte è stata definita simbolica, ieri hanno lasciato il teatro.

Molte le cose ancora da chiarire. La rapidità con la quale hanno lasciato la Casa del Portuale per esempio, mentre quando si è trattato dell'ex Teatro in Fiera c'è stata una lunga protesta all'esterno.

Poi le modalità di entrata (sostengono di averlo fatto da una finestra lasciata aperta, ma se così fosse qualcuno dei dipendenti dovrà rispondere di negligenza) e, soprattutto, come si evince chiaramente dalle belle foto di Enrico Di Giacomo pubblicate nel suo sito, come è stato possibile che persone esterne al teatro siano riuscite a orientarsi senza problemi in un teatro al buio, arrivare fino al palcoscenico, individuare il quadro dei comandi e aprire le luci, il sipario e la porta tagliafuoco.

In attesa che qualcuno faccia chiarezza su questi interrogativi, prendiamo atto che il teatro è tornato alla città, sperando che il presidente Puglisi e il nuovo di Amministrazione che a breve si insedierà, ne facciano buon uso.

“Perché non siamo rimasti è chiaro a tutti -scrivono sulla pagina facebook gli attivisti del Pinelli. Al momento al teatro c'è un Ente con un nuovo CdA, una sessantina di lavoratori stabilizzati e tanti precari che aspettano di lavorare con la nuova stagione che è stata finanziata in parte proprio oggi (ieri, ndr)e il Teatro Pinelli è sempre stato al fianco dei lavoratori, delle maestranze, degli orchestrali che ci auguriamo quest'anno possano ricominciare a lavorare per un teatro vivo e aperto sul serio alla città tutta.

C'è stato un incontro informale con l'assessore regionale , incontro a cui siamo stati invitati prima del 15 gennaio (data in cui era originariamente previsto l'appuntamento) in seguito al nostro intervento agli Stati generali della cultura al TVE. Per il resto a domani. Continuate a seguirci perché la programmazione, i laboratori, le assemblee continuano… chissà dove, chissà come…”.

Meno ottimisti i sindacati. In una nota i segretari generali di SLC Cgil, UILCOM Uil, FIALS Cisal e Sadirs di Messina Pippo Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla e Osvaldo Smiroldo sottolineano che  dalla seduta congiunta delle Commissioni Cultura dell'ARS e di Palazzo Zanca non si può che trarre un bilancio positivo, ovviamente con le dovute cautele. Da troppo tempo abbiamo ascoltato dichiarazioni d'intenti nei confronti delle questioni che da anni attanagliano la gestione e lo sviluppo del teatro, così come del futuro per i suoi lavoratori stabili e precari. Troppe parole da parte di tutti coloro che dicevano di volere risolvere, ma che di fatto poco o nulla hanno prodotto, nel tempo, in termini tangibili. Oggi il teatro, purtroppo, è lo specchio di ciò che viviamo: tutto fermo nell'immobilismo più completo e con il rimpallo di responsabilità. Crediamo sia arrivato il tempo di passare dalle troppe parole ai fatti concreti.

Non possiamo che prenderci oggettivamente il merito di essere stati gli unici, attraverso le proteste e le proposte che nel tempo abbiamo rappresentato, ad avere spronato tutti (politica, istituzioni locali e regionali) a prodigarsi e attivarsi per la rinascita del Vittorio e di questo ne siamo orgogliosi”.

Ancora una volta, SLC Cgil, UILCOM Uil, FIALS Cisal e Sadirs chiedono garanzie per i dipendenti dell'Ente Teatro di Messina attraverso “la redazione di una Pianta Organica che contenga un numero e una struttura di personale adeguata alle finalità dell'Ente”. Fondamentale anche “la realizzazione di un progetto triennale di sviluppo per il teatro, per individuare, garantire e quantificare i livelli occupazionali dei lavoratori in organico e stabilizzare con ogni tipo di formula possibile i precari, formando un organico indispensabile ad un teatro.

Tutto questo è necessario in vista della riforma che l'assessore Stancheris vuole attuare in Sicilia. La circuitazione e l'interscambio tra i teatri siciliani non può vedere Messina come la Cenerentola della cultura, con il rischio che il Vittorio Emanuele, non potendo effettuare produzioni proprie per l'assenza di organico artistico al suo interno, sia estromesso dai finanziamenti regionali, e non solo, già da subito”.

Per quanto riguarda poi il nuovo soprintendente, i quattro sindacati non nascondono la “palese preoccupazione per voci che vedrebbero la sponsorizzazione di personaggi che già in passato, e per troppo tempo, hanno ricoperto incarichi al Vittorio Emanuele e che si sono distinti per incapacità, contribuendo allo sfascio che viviamo oggi e che abbiamo denunciato”.

Duri commenti anche da parte della parlamentare grillina Valentina Zafarana, dopo la seduta congiunta a Palazzo Zanca. “Oggi (ieri, ndr), nell'aula consiliare del Comune di Messina si è assistito a una sorta di consegna di beneficenza di fondi da parte dell'assessore regionale Stancheris, al Teatro di Messina. Duecentocinquantamila euro per mettere in piedi una mini-programmazione di 4 mesi (in realtà successivamente la Stancheris ha chiarito che i 250 mila euro sono compresi nel contributo annuale di 5 milioni 100 mila euro, ndr), già presentata dal presidente Puglisi e con progetti che dovrebbero passare al vaglio di una commissione regionale apposita.

Sorvolando sul reale impatto di questa somma sulla offerta culturale della nostra città -commenta la Zafarana- non possiamo fare a meno di notare che quando un budget di più di 5 milioni di euro è ridotto all'osso da debiti e stipendi come nell'ultimo anno, lasciando gli spicci per la realizzazione di una stagione teatrale, che infatti si è dovuta sospendere a causa della mancata copertura economica, si palesa in tutta la sua impellenza la necessità di una svolta netta, decisa e reale alla governance e alla programmazione (artistica e non) dell'Ente. Svolta -aggiunge la deputata regionale 5 Stelle- che deve essere data seguendo principi di trasparenza, competenza, rigore, sobrietà e soprattutto mettendo le persone giuste al posto giusto, facendosi guidare dalle capacità, dalla storia, dall'esperienza delle stesse e non dai padrini politici che ne sponsorizzano questa o quella nomina.

E' questa -conclude la Zafarana- la vera sfida che le amministrazioni Comunale e Regionale devono affrontare e vincere, ridando dignità alla cultura che potrà, finalmente, tornare ad essere di casa al Teatro Vittorio Emanuele a Messina”.

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