Giù le mani dal teatro, esplode la rabbia dei lavoratori

Protesta Teatro Vittorio Emanuele
L'ultima protesta al Vittorio Emanuele

Quest'anno hanno lavorato solo 13 giorni e la prospettiva è che quello che resta della programmazione del 2013 sia cancellato a favore di spettacoli importati da e Palermo o realizzati a titolo gratuito da scuole di danza locali.

Esplode la rabbia dei lavoratori dell'Ente Teatro di Messina, orchestrali e precari in testa. Il rischio di liquidazione sembra sempre più concreto e dalle 10 di questa mattina saranno tutti davanti al Vittorio Emanuele per rivendicare i propri diritti.

I tre milioni di contributi annui destinati a Messina fanno gola al Bellini di Catania e all'Orchestra Sinfonica Siciliana. E anche se con quesat somma si pagano sì e no gli stipendi, cancellare l'ente messinese consentirebbe fette più grandi della torta dei contributi regionali.

Ieri mattina il presidente dell'Ente Teatro di Messina Maurizio Puglisi si è incontrato con lavoratori e sindacati.

Quella che sarebbe dovuta essere una riunione ristretta con le organizzazioni sindacali in vista dell'incontro di oggi con il commissario Rosario Cultrone (che dovrebbe sostituire il Consiglio di in attesa della nomina dei componenti il CdA ma che invece, per ammissione dello stesso Puglisi, è andato ben oltre il proprio ruolo) si è trasformato in un'assemblea dove è stato detto tutto ed il contrario di tutto.

Con gli orchestrali che pretendono il rispetto della legge del 2004 che prevede la loro stabilizzazione, i tecnici precari che chiedono di lavorare per diversi mesi l'anno e non per due settimane e i 63 dipendenti dell'Ente Teatro (45 dei quali, o giù di lì perché con certezza non lo sa nessuno, sono amministrativi quando alla Scala con le stesse mansioni ce ne sono poco più di dieci) che come l'orchestra che suona mentre il Titanic affonda puntano ancora all'equiparazione ai dipendenti della Regione Sicilia.

“Oggi però tutti i nodi verranno al pettine -commenta Pippo Di Guardo, segretario della SLC Cgil di Messina. Il commissario Cultrona ci dovrà dire a che titolo si sta muovendo in questo modo e perché. Le voci sulla liquidazione dell'Ente Teatro e del Vittorio Emanuele trasformato in una sorta di contenitore di produzioni di altri teatri sono sempre più insistenti e pretendiamo chiarezza. Questa volta non ci accontenteremo di impegni puntualmente disattesi”.

Chiarissimo il riferimento al presidente Crocetta, che pur avendo promesso per ben 8 mesi di commissariare l'Ente Teatro di fatto non ha mosso un dito per mandare a casa l'ex presidente Ordile (UDC di ferro proprio come il presidente dell'ARS Giovanni Ardizzone), restituito agli affetti familiari insieme a quello che restava del CdA dal sindaco Accorinti solo poco dopo l'insediamento del nuovo esecutivo a Palazzo Zanca.

E chiarissimo anche il riferimento al Capo di Gabinetto dell'assessore Stancheris Jacopo Turrisi, che ha promesso attenzione e sostegno a nome del presidente Crocetta prima delle amministrative e che poi, complice forse anche il risultato elettorale, non ha più dato notizie.

La sola certezza è la presa di posizione del presidente dell'ARS Giovanni Ardizzone, che alla domanda ben precisa della giornalista Laura Donato ha risposto che il suo ruolo gli impone di essere super partes e che non intende quindi seguire le vicende dell'Ente Teatro della sua città.

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