Franco Rinaldi, il più votato: “E’ facile denunciare le cose che non vanno, molto più difficile è cambiarle”

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Franco Rinaldi

Franco Rinaldi, 52 anni, . Non è certo un volto nuovo della politica messinese. Democristiano da sempre, è l'esponente del Partito Democratico locale più votato all'Ars per ben tre volte. Nel 2006 come dirigente della Margherita, poi nel 2008 e quest'anno nell'ambito del PD. Lo abbiamo intervistato per conoscere la sua opinione sui fatti nuovi determinati dai risultati delle consultazioni regionali.

On. Rinaldi, il PD è il primo partito a Messina, ma a livello regionale vince 5 Stelle. Per non parlare dell'astensione, che batte tutti ed è il “partito di maggioranza assoluta”. Si prospetta una grave crisi della democrazia. “I risultati messinesi del PD rappresentano un vero e proprio exploit. Hanno compensato quelli inferiori di Catania e Palermo e sono stati determinanti per la vittoria di Crocetta. Tuttavia, non bisogna sottovalutare Beppe Grillo e l'astensionismo. Il Movimento 5 Stelle raccoglie una protesta che si esprime anche nell'astensione. Un momento di cambiamento che non esito a definire epocale per la politica isolana. Guardare i telegiornali, vedere che la politica è identificata con certi personaggi che se ne approfittano per accumulare ricchezze personali, fa comprendere, rende ovvia, la reazione delle tante persone che si sono astenute o hanno votato per Grillo. Il problema del Movimento 5 Stelle, però, è che mentre è facile denunciare le cose che non vanno, molto più difficile è cambiarle. Io comunque mi auguro che loro sappiano svolgere un ruolo di stimolo nella direzione che anche noi democratici vogliamo intraprendere. Fra i primi atti del Governo Crocetta ci sarà la riduzione dei costi della politica. Meno indennità parlamentari, meno burocrazia. Taglio dei consigli d'amministrazione, non tutti ma parecchi, e delle società partecipate”.

D'accordo, ma questi provvedimenti non sono sufficienti per affrontare le drammatiche conseguenze della crisi. Solo a Messina il nuovo Governo si trova davanti i licenziamenti della Caronte&Tourist, lo stato comatoso del trasporto pubblico con gli stipendi non pagati ai lavoratori, i servizi socio-assistenziali , il teatro, il dissesto del territorio. Il presidente Crocetta annuncia che non farete “macelleria sociale”, ma voi a Roma state con Monti, con i tagli agli enti locali e il patto di stabilità. Come pensate di affrontare tutto ciò? “Diminuiremo i costi della politica perché la gente si aspetta da noi fatti concreti. Daremo un segnale chiaro, come dicevo, nei confronti della burocrazia regionale ma non abbiamo intenzione di mandare a casa nessuno. E mi riferisco ai forestali, ai precari ex articolo 23 ( 22.500 persone). Sono lavoratori che hanno mandato avanti amministrazioni periferiche, tenuto in piedi Comuni lavorando senza contributi, senza ferie pagate. Dietro ognuno di loro c'è una storia, una famiglia”.

Appunto. Persone che hanno svolto un ruolo prezioso aggrappate al rinnovo periodico di un contratto, a una proroga temporanea. E adesso? “Sono allo studio diverse soluzioni. Trasferimenti nei Comuni che hanno bisogno di personale e nelle varie branche dell'amministrazione periferica. Incentiveremo anche i prepensionamenti in vista di un turn over da effettuare attraverso i concorsi con riserva di posti per i precari storici. Il Governo però deve darci una mano. Chiederemo a Monti un tavolo tecnico per studiare insieme i vari percorsi di stabilizzazione. Sul versante degli sprechi, il primo capitolo che affronteremo sarà la spesa sanitaria, che attualmente rappresenta il 60% del bilancio regionale”.

Però dovrete trovare una maggioranza in aula  su ognuno di questi temi, dal momento che il risultato delle urne non ve l'ha data. “Fare accordi con altri gruppi parlamentari in questo momento non ci interessa. Sarebbe percepito come un compromesso e noi non vogliamo farlo. Faremo le nostre proposte in aula e troveremo convergenze sui punti concreti di volta in volta. Sul taglio dei costi della politica, ad esempio, ci aspettiamo di dialogare con gli eletti del Movimento 5 Stelle, ma non solo”.

A proposito di maggioranze ibride, l' UDC ha governato e governa in tanti paesi e città ancora con il centrodestra. Le giunte Buzzanca e Ricevuto, a Messina, sono un esempio lampante di quest'anomalia. Per non parlare del tema “liste pulite” e dei passaggi di schieramento troppo disinvolti. Onorevole Rinaldi, non prova imbarazzo a stare in compagnia di personaggi come Nino Dina o Lino Leanza? “Il PD da tempo invita l'on. D'Alia a uscire da Giunte come quelle che lei cita per costruire insieme a noi un percorso politico più lineare. L'UDC ci ha risposto che preferisce tenere fede al mandato ricevuto dagli elettori che hanno votato in quelle determinate occasioni le coalizioni di centrodestra. Io mi auguro che l'on. D'Alia sia alla fine coerente con la scelta fatta a livello regionale. Ci tengo a precisare che per noi democratici quest'ultima non è stata una scelta obbligata. Siamo fermamente convinti che per vincere, a tutti i livelli, l'apertura al centro sia necessaria”.

Quindi anche alle elezioni amministrative che Messina affronterà nella prossima primavera? “Sicuramente. Il “modello Sicilia” per noi deve valere a Messina come a Roma. Siamo in attesa, però, prima di prendere ulteriori decisioni, di sapere se sarà dichiarato lo stato di dissesto oppure no. Quest'elemento è determinante per comprendere quale sarà realmente lo scenario con cui ci confronteremo”.

Messina. Una città, dicevamo, che ha contribuito in maniera determinante all'elezione di Crocetta. Sarà determinante anche nello scrivere l'agenda delle priorità del nuovo Governo e nella sua composizione? “Ho chiesto al Presidente eletto di affrontare con decisione le emergenze messinesi. La sua disponibilità a riconoscere l'importanza dei problemi della nostra città è confermata. Noi, però, aspettiamo i fatti concreti, anche se sappiamo che ci vorrà del tempo, pure per quanto riguarda la presenza di nostri concittadini nell'amministrazione”.

Insomma non sappiamo ancora se la vedremo assessore… “Dipende dagli accordi regionali fra i partiti della coalizione e nello stesso PD. Dipende da tanti equilibri. Fra una decina di giorni avremo le idee più chiare…”.

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