Forza Italia fa da stampella al PD: in Consiglio passa la mozione proPal

Votazione mozioneMESSINA. Una sceneggiata degna dei migliori teatri napoletani, quella messa in scena oggi in Consiglio comunale dal PD per far votare una mozione proPal. Sul contenuto della stessa ritorneremo tra poco, per il momento analizziamo il voto. I 15 sì sono arrivati dai due Russo del PD, dai deluca-basiliani Giuseppe Busà, Salvatore Caruso, Ciccio Cipolla, Antonella Feminò (trattata come salvatrice della patria perché con la propria presenza in Aula non ha fatto cadere il numero legale quando Lega e Fratelli d'Italia sono usciti dalla sala consiliare visto che il PD si era rifiutato di apportare alcune modifiche richieste dal centrodestra), Margherita Milazzo, Raimondo Mortelliti, Salvatore Papa, Raffaele Rinaldo e Giuseppe Schepis, Giandomenico La Fauci e Federica Vaccarino di Ora Sicilia, Mirko Cantello (gruppo misto) e Giovanni Caruso (Democrazia Cristiana), astenute le due forziste Concetta Buonocuore e Rosaria Di Ciuccio.

Stando ai rumors di Palazzo Zanca, nonostante l'accordo preso poco prima della votazione in conferenza capigruppo del centrodestra di uscire dall'Aula per far cadere il numero legale, le due consigliere di Forza Italia Buonocuore e Di Ciuccio hanno fatto a sorpresa una tripla capriola all'indietro senza dire nulla a Lega e Fratelli d'Italia (Ora Sicilia, nonostante rivendichi la propria appartenenza al centrodestra, spesso e volentieri fa da spalla all'amministrazione e anche in questo caso si è defilata) e sono rimaste in Consiglio comunale, consentendo così l'approvazione della mozione. Il sindaco Federico Basile, pressato da altri impegni, ha fatto un brevissimo passaggio in Consiglio dicendo sostanzialmente “fate come volete”.

E veniamo alla mozione vera e propria, presentata con toni strappalacrime e diverse imprecisioni dal piddino Alessandro Russo. Tre pagine e mezzo nelle quali non si riconosce lo stile di nessuno dei tre consiglieri del PD, che potrebbero essere il frutto di un copia-incolla vecchio di alcune settimane visto che in un passaggio si legge: “anche il presidente francese Macron (la P era maiuscola ma non abbiamo resistito e abbiamo corretto l'errore, ndr) ha recentemente dichiarato che a giugno 2025 la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”. Siamo in agosto e ancora non lo ha fatto, proprio di recente lo stesso ha dichiarato che lo farà a settembre, quindi qualche dubbio sulla data della stesura della mozione è lecita.

Ma andiamo avanti, citando alcuni dei passaggi più sconcertanti, che arrivano dopo appena una riga su tre pagine e mezza complessive che parla di “chiara, netta, condivisa e reiterata condanna di Hamas per l'orribile atto terroristico compiuto il 7 ottobre 2023. Non una parola sui bambini sgozzati davanti ai genitori, sulle donne violentate e alle quali sono stati recisi i tendini per impedire loro di scappare, sulle umiliazioni subite dalle donne quando sono state rilasciate e sulle torture e gli omicidi avvenuti durante la strage e commessi anche sugli ostaggi.

Poi è tutto un crescendo rossiniano della peggior retorica antisemita e antisionista, iniziando con “apocalisse umanitaria a Gaza, i crimini di guerra e la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario da parte del Governo Netanyahu”. E qui sorgono spontanee alcune : perché i tre consiglieri del PD, così attenti alle sorti dei palestinesi a Gaza non hanno mai presentato mozioni per la tragedia del Sudan, giusto per fare il primo esempio che viene in  mente? Anche le pietre sanno che gli aiuti umanitari che arrivano a port Sudan e in Darfur non sono sufficienti per 14 milioni di sfollati in quella che è stata definita “la peggior crisi umanitaria globale” e Medici senza frontiere denuncia invano da anni l'orrore degli stupri etnici nel Darfur, soprattutto nei confronti dei Masalit.

Il 17 giugno scorso c'è stata l'ennesima strage di cristiani in Nigeria, 200 persone uccise da miliziani armati nello Stato di Benue. Secondo quanto riporta ACS Italia, “le vittime, sfollate da precedenti attacchi, si trovavano in alloggi temporanei nella piazza del mercato di Yelwata, quando gli aggressori hanno fatto irruzione gridando “Allahu Akhbar”, prima di colpire indiscriminatamente e appiccare il fuoco agli edifici”. Anche in questo caso i consiglieri del Partito Democratico erano distratti.

Inoltre, sempre esaminando il vasto campionario di distrazioni, secondo il rapporto World Watch List 2025 presentato a gennaio scorso “oltre 380 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione mentre lo scorso anno ne sono stati uccisi oltre 4.000. In aumento anche gli abusi sulle donne che in molti Paesi non denunciano per ragioni culturali e sociali”, ma tutto questo non sembra riguardare i consiglieri del PD.

Torniamo alla mozione. Si parla di “disumano sfollamento forzato della popolazione”, dimenticando che prima di ogni attacco Israele avverte la popolazione e la invita ad andarsene, mentre è Hamas che la trattiene, facendosi  scudo di malati, bambini, donne e anziani. 

Altro passaggio che desta forti perplessità è quando si legge che secondo la “fonte del ministero della Salute della Striscia di Gaza, sono circa 54.000 i morti nella Striscia di Gaza per gli attacchi israeliani”. Ma è evidente a  chiunque abbia un minimo di senso logico che come fonte Hamas non è attendibile, anche perché nei conteggi  dei morti non distinguono mai tra civili e militari. E ancora: “28mila donne sono morte a seguito dei bombardamenti, ma anche di parto o per fame, violenze e mancanza di servizi essenziali. Molte madri hanno lasciato famiglie devastate e ad oggi i minori orfani si stimano in circa 39mila. Dall'inizio del conflitto sono stati uccisi oltre 15mila bambini”. Anche in questo caso i conti non tornano perché è difficile credere che su 54.000 morti ben 43.000 sarebbero donne e bambini.

E anche se la perdita di una sola vita in una guerra è comunque una tragedia, per riportare quanto avviene a Gaza nelle giuste proporzioni, se si fa un raffronto con la città di Dresda, che tra il 13 e il 15 febbraio del 1945, quando contava intorno al milione di abitanti, subì un bombardamento spaventoso nel quale morirono all'incirca 40.000 persone, è evidente che i numeri non consentono alibi: in appena tre giorni a Dresda morì il 4% della popolazione, a Gaza, dove nel 2022 risiedevano in 2 milioni 166. 269, in 297 giorni il 2,49%.

Un 2,49% che pesa come un macigno su chi ha permesso ad Hamas di spadroneggiare dal 2006 in poi, quando vinse le elezioni a Gaza, che non ha fatto nulla quando, come riporta  l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) gli aiuti ai palestinesi sono pari a 40 miliardi di dollari erogati tra il 1994 e il 2020, destinati a istruzione, sanità, infrastrutture ed erogazione idrica, mentre sono stati usati da Hamas per costruire oltre 700 chilometri di tunnel sotterranei collocati strategicamente sotto scuole e ospedali e per acquistare armi mentre la popolazione non aveva come sfamarsi.

Guterres arafat
Guterres e Arafat

Esemplare ma non inaspettata la citazione del “Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ha chiesto una chiara indagine sui fatti” in riferimento ai morti dell'1 giugno scorso durante una distribuzione di aiuti. Quello stesso Guterres da sempre filopalestinese e che alla luce dei suoi stretti rapporti con Arafat non è quindi credibile, anche perché le sue denunce si concentrano solo sulla Palestina mentre, come si legge su Il Foglio del 30 gennaio 2024 in un articolo a firma di Yasha Reibman, dormiva “quando nel solo 2017 (anno della sua elezione all'ONU, ndr) in conflitti e guerre sono morte in Iraq oltre 36.000 persone, in Yemen 30.000, nella Siria del dittatore Assad circa 70.000 persone e nel solo Afghanistan negli scontri tra esercito e talebani più di 71.000. Ha dormito nel 2018, nel 2019, 2020 e 2021. Dormiva anche nel 2022 quando la Russia ha invaso l'Ucraina, in quel solo anno ci sono stati oltre 80.000 morti. Secondo l'Uppsala Conflict Data Program, sempre nello stesso anno in Etiopia negli scontri con il Fronte di liberazione del Tigray son morte oltre 100.000 persone. Guterres si preoccupa del dramma dei palestinesi che in questi mesi devono vivere in tendopoli a causa della guerra, ma nel solo 2022 in Africa si contavano oltre 28 milioni di sfollati, 2 milioni nel solo Burkina Faso. Cinque e passa milioni in Congo. In Sudan 3 milioni e mezzo. Nel Nagorno Karabakh 600.000, in Afghanistan 4 milioni di sfollati e nel 2023 in Pakistan sono stati cacciati 2 milioni di afghani. Dalla Siria ci sono 7  milioni di sfollati, 4 dallo Yemen”.

Inevitabile come “A te e famiglia” a Natale la frase “rendendo inagibili molti ospedali e soccorsi alla popolazione civile”. Ma a Gaza ci sono 36 ospedali, visto che dall'inizio della guerra ogni settimana fonti palestinesi dicono che Israele ne ha distrutto uno o due, se fosse vero ormai non dovrebbe esserci alcuna struttura ospedaliera. Ovviamente non è così.

Continuando a scorre la mozione si legge che “il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina”. Peccato che Spagna e Irlanda non facciano testo perché sono da sempre antisemite a causa della fortissima presenza della Chiesa Cattolica (la cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492 ricorda qualcosa?), mentre sulla Norvegia, che ha messo da parte la lezione di re Cristiano IX di Danimarca, che quando il suo Paese fu invado da Hitler impedì ai di imporre la stella gialla agli ebrei e li difese in ogni modo, meglio glissare. La Norvegia, infatti, è l'unico Stato europeo a non aver definito Hamas per quello che è, un'organizzazione terroristica, mentre il ministero degli Esteri ha impedito a re Harald V di inviare le condoglianze a Israele dopo il pogrom del 7 ottobre 2023. Inoltre, anche dopo che si è scoperto che molti dipendenti dell'UNRWA hanno partecipato alla strage, la Norvegia ha continuato a finanziare l'agenzia.

Immancabile come la forfora e i brufoli sulla faccia degli adolescenti il riferimento all'articolo 11 della Costituzione. Peccato che lo stesso reciti testualmente  che l'Italia “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Questo significa che l'Italia non può aggredire un altra nazione ma può difendersi o intervenire in missioni di pace che agiscano su mandato internazionale. L'arrampicata sugli specchi della consigliera Antonella Russo, che ha puntato il dito contro chi secondo lei non conosce la Costituzione, non ha convinto.

Proseguendo nella lettura della lunghissima mozione, ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere e strapparsi i capelli per la scarsa conoscenza degli eventi storici contemporanei quando con la mozione si chiede di “riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967”. Ricordiamo sommessamente che nel 1967 la Guerra dei Sei giorni fu scatenata da Egitto, Siria e Giordania e non è certo colpa di Israele se, pur in notevole inferiorità numerica, riuscì a batterli. Al termine della guerra di aggressione nei confronti di Israele, l'Egitto perse la striscia di Gaza (che occupava dal 1948) e la penisola del Sinai fino al canale di Suez, la Siria le alture del Golan e la Giordania cedette il territorio palestinese conquistato sempre nel 1948. Israele contava sullo scambio dei territori per arrivare alla pace, ma alla Conferenza di Khartum i Paesi Arabi dissero no. Il compromesso fu la Risoluzione 242 delle Nazioni Unite, che prevedeva il ritiro di Israele dai territori conquistati solo quando si fosse stabilita una pace “giusta e duratura” con la fine delle attività terroristiche dei palestinesi. Israele, Egitto e Giordania aderirono, i palestinesi, forti dell'appoggio della Siria, rifiutarono.

Involontariamente comica la richiesta di “sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell'8 ottobre 2023”. Va bene, però, coerentemente, chi la propone non dovrebbe più acquistare, per esempio, i medicinali prodotti da aziende farmaceutiche israeliane come Teva, giusto per citare la più importante, e rinunciare a tutto quello che Israele ha inventato o che produce in settori fondamentali quali la sicurezza informatica, la farmaceutica, lo sviluppo del web e i sistemi di difesa. 

Chiudiamo con due citazioni. La prima è di Salman Rushdie, che ha dichiarato che “oggi uno stato palestinese sarebbe come i talebani e un satellite iraniano”, mentre George Orwell, lapidario come sempre, disse che “i pacifisti sono i migliori alleati dei totalitaristi”. Definizione perfetta di chi marcia sventolando le bandiere della Palestina, dimenticando che da quelle parti le donne sono trattate come serve e fattrici, che i bambini sono cresciuti nell'odio e che gli omosessuali sono torturati e uccisi.

 

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Charles de Batz de Castelmore

Grande uomo di guerra, coraggioso, con una straordinaria preparazione ed esperienza militare, pervaso dal senso dell'onore e del dovere, da una forte passione per il servizio, da una viva attenzione alla politica e da una grande umanità