Ente Porto, il segretario generale della Cisl scrive a Crocetta

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Tonino Genovese, segretario generale Cisl Messina

“Non si può continuare a pensare che l'occupazione in Sicilia possa essere legata alla Pubblica Amministrazione”. A dichiararlo durante la sua visita a Messina il 31 dicembre scorso il presidente della Regione Rosario Crocetta.

E Tonino Genovese, segretario generale della Cisl, coglie la palla al balzo, rilancia e tira fuori una follia che più follia non si può: l'Ente Porto ed i vincoli che impone sul territorio da 60 anni.

In una lettera inviata non solo a Crocetta, ma anche al prefetto Trotta, al presidente della Provincia Ricevuto, al commissario del Comune Croce, al presidente dell'Autorità Portuale De Simone, al commissario dell'Ente Porto Madaudo e a quello dell'ASI Domenico Battaglia, ai sindaci di  Pino, di Pace del Mela Sciotto, di San Filippo del Mela Cocuzza e di Monforte San Giorgio Romanzo, Genovese che si attuino le condizioni per interventi mirati che consentano la ripresa del tessuto economico locale.

“In tutti questi anni -scrive Genovese- la sovrapposizione di Enti e aree ha ingessato le possibilità di sviluppo di Messina. È evidente che una condizione simile ha rappresentato il limite o gli “interessi” della politica territoriale e regionale, non disgiunta anche da interessi delle lobby locali.

Occorre allora intervenire immediatamente e porre in essere soluzioni, opportunità, condizioni, regole, stimoli e vantaggi in grado di attrarre investimenti produttivi privati sul territorio messinese”.

Per la Cisl di Messina gli interventi dovrebbero riguardare soprattutto le aree Asi del comprensorio del Mela, in modo da realizzare tutte le condizioni perché si possano attivare azioni mirate. Delocalizzare le finalità per le quali è stato costituito l'Ente Porto nel 1953 con una legge dell'allora presidente della Regione potrebbe essere il primo passo.

“Come Cisl -spiega Genovese- riteniamo che la Zona Falcata debba essere liberata dai vincoli posti per le finalità dell'Ente Porto. Il secondo passo deve essere quello di verificare se la delocalizzazione territoriale del Punto Franco (istituito nel 1951, ndr) permetta l'implementazione dello sviluppo produttivo dell'area Asi della Valle del Mela. Immediatamente dopo è necessario avviare un confronto di merito con le forze sociali, produttive e istituzionali della nostra provincia per la realizzazione di un Patto per lo sviluppo che garantisca la presenza e la salvaguardia degli attuali insediamenti ma, soprattutto, individui le possibilità di attrarre nuove iniziative imprenditoriali attraverso l'utilizzo delle aree dismesse o non utilizzate”.

Secondo la Cisl, si dovrebbero anche proporre condizioni di vantaggio per privati disposti a investire il territorio, offrendo possibilità che rendano il territorio messinese più appetibile rispetto ad altri, anche magari attraverso deroghe contrattuali temporanee.

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