#Enna. L’Aron di Agira risorsa culturale per lo sviluppo del territorio

L'onorevole PD Maria Greco, e l'avvocato Baruch Triolo
L'onorevole PD Maria Greco, e l'avvocato Baruch Triolo

“L'Aron di Agira rappresenta una grande risorsa culturale e religiosa per lo sviluppo turistico del territorio e per i valori che esprime di sana tolleranza e fraternità tra i popoli”. Lo sostiene la parlamentare del Pd Maria Greco che ha incontrato recentemente Baruch Triolo presidente della Charta delle JudecheAttilio Johel Funaro presidente dell'Istituto di Ebraica.

“Mi auguro che in futuro con valide politiche culturali, il recupero di questo importante reperto archeologico – ha detto Greco – metterà in luce l'aspetto ebraico della storia di Agira, il recupero dell'Aron rappresenta un vero motore di sviluppo socio-economico per la valenza culturale assolutamente peculiare ed attrattiva che possiede, ma soprattutto – continua Greco – per il grande messaggio di tollerante e pacifica convivenza di cui è portatore in un momento in cui il mondo ha pressante bisogno di dialogo contro il riaccendersi di fuochi del fanatismo politico-religioso”.
Durante l'incontro, Baruch TrioloAttilio Johel Funaro hanno ringraziato l'onorevole Greco per l'interesse evidenziato nei confronti di un bene culturale attualmente non adeguatamente valorizzato. “L'Aron di Agira per la sua storia e per la sua unicità – ha concluso Maria Greco – è una straordinaria risorsa per la provincia di Enna e per Agira,  occorre adesso intraprendere validi progetti culturali e allacciare rapporti con la comunità  ebraica desiderosa di riscoprire la memoria storica della loro presenza in Sicilia”.Aron_di_AgiraL'Aron o Arca Santa è l'armadio dove sono conservate le scritture, la torah. E quello più antico in Europa di cui oggi si ha notizia secondo lo studioso Nicolo Bucariasi, si trova ad Agira, conservato oggi all'interno della chiesa del Santissimo Salvatore.
Solitamente gli Aron erano costruiti in legno; questo invece, rarissima eccezione, è stato costruito in pietra.
Originariamente era  collocato nella sinagoga di via Santa Croce, diventata dopo la cacciata degli ebrei l'Oratorio della Chiesa di Santa Croce, fino ad alcuni decenni fa  era considerato il resto di un portale. Ma nel 1996 apparve un articolo del semitista monsignor Benedetto Rocco di Marineo che riconosceva in esso l'Aron. La ricostruzione della presenza ebraica ad Agira è molto complessa se nel 1748 lo storico Giovanni Di Giovanni escludeva che vi fosse mai stata una comunità. Nel 1890, invece, i fratelli Bartolomeo e Giuseppe Lagumina dimostrano che nel 1489 tra le quarantatré comunità  ebraiche del regno di Sicilia c'era quella di Agira. Ma fu solo nel 1910 che monsignor Pietro Sinopoli Di Giunta individuò nella chiesetta di Santa Croce l'ex Sinagoga.
 Nel 1974 Matteo Gaudioso pubblica una foto dell'Aron da poco collocato nella navata di sinistra della chiesa parrocchiale Santissimo Salvatore. Nel 1980 lo storico agirino Filippo Maria Provitina individua l'Aron come altare della ex Sinagoga. Lo stesso studioso, volendo poi indagare sul prezioso reperto, nel 1995 avvia e porta avanti un'operazione di archeologia storico- religiosa che concretizza conducendo ad Agira il semitista monsignor Rocco di Marineo.

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