Qualità e quantità, valore aggiunto nel cibo

Giuseppe Di Prima
Il dottor Giuseppe Di Prima

Per prevenire, attenuare o migliorare del tutto le alterazioni che hanno mortificato il nostro benessere, l'alimentazione o per essere più precisi, la DIETA riveste un ruolo fondamentale. 

Il significato che ha assunto oggi questa parola conduce all'idea di privazione, digiuno, fame. Ma la parola dieta,  che deriva dal greco “diaita”, significa invece  modo di vivere, regola di vita. Il cibo infatti, riequilibra, sostiene, rafforza, depura, cura,  se scelto e combinato nel modo giusto.

Se questa regola sembra adattarsi perfettamente alle alterazioni del peso, altrettanto non sembra per la cellulite, avendo accertato che si tratta di una disfunzione ormonale in predisposizione genetica. 

L'alimentazione può invece influenzare pesantemente l'equilibrio ormonale, prova ne siano le modificazioni dell'insulina e degli altri ormoni correlati. La predisposizione tra l'altro non significa certezza; se non si stuzzica, può rimanere latente per tutta la vita.

Anche per la cellulite, quindi, adottare un corretto stile di vita e sapere cosa e come mangiare per mantenerlo nel tempo, diventa un presupposto importante per conseguire i desiderati. Un'alimentazione corretta facilita un'azione di profonda disintossicazione, in modo da permettere all'intero organismo di riordinare e ripristinare tutti i meccanismi sottoposti ai molteplici stress della vita quotidiana. 

I risultati sono su più fronti: tono psico-fisico, peso ideale e benessere. Esistono però cibi “funzionali” e cibi “spazzatura”.  Funzionali sono quelli che oltre ad avere un adeguato contenuto nutrizionale, sono riconosciuti come agenti benefici per la funzionalità dell'organismo e portano ad un miglioramento dello stato di salute, di benessere e ad una riduzione del rischio di malattia. Al contrario i cibi spazzatura sono gli alimenti ultraraffinati presenti oggi in tutti i punti vendita, talvolta inutilmente arricchiti di grassi idrogenati, di zucchero e di sale, con un contenuto calorico molto alto in relazione al valore nutrizionale quasi sempre sbilanciato. 

Purtroppo sulla nostra tavola finiscono sempre più spesso questi cibi che nutrono male. Anche chi fa attenzione al cibo però non sempre ottiene tutti i benefici che si aspetterebbe, riducendo per esempio le carni rosse a favore di quelle bianche per prevenire la cellulite.

È teoricamente una scelta giusta, ma essendo il pollame alimentato sovente con mangimi addizionati a sostanze chimiche-farmacologiche che sono deleterie per la circolazione, non risolve il problema, anzi a volte lo aggrava. I dati statistici sono preoccupanti: il 42% della popolazione è in eccesso ponderale e a rischio cardiovascolare. Mangiamo male ed è necessario modificare le nostre abitudini utilizzando strategie mirate. 

È difficile ma non impossibile ritrovare pane, pasta, riso, integrali, aumentare i legumi e il pesce, ritrovare la frutta fresca delle nostre zone, raccolta da qualche giorno e non da mesi. E poi non diamo al cibo il compito di riempire i nostri vuoti, come utilizzare i cibi piccanti e salati per “stuzzicare” le nostre giornate o i cibi dolci per mitigare e addolcire le amarezze quotidiane. 

È molto difficile rinunciare a quei cibi che si presentano a noi in modo così invitante, ma dobbiamo farlo, sapendo che quei cibi potrebbero risultare dannosi per la nostra salute. Il meccanismo per cui ingurgitiamo quel tipo o quell'altro alimento non è perciò solo di tipo energetico-fisiologico, ma anche emotivo. Il concetto di quantità e qualità è il valore aggiunto da dare al nostro “mangiare”.

Per contattare il dottor Di Prima, farmacista e naturopata, potete scrivere a: anticospeziale@virgilio.it

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