Danni e bicchieri

fluteGentile Contessa Lara, domenica scorsa, durante un pranzo di famiglia, una mia parente ha appoggiato una teglia bollente sul tavolo da pranzo. Premetto che è un tavolo , molto delicato. Io ho cercato di minimizzare l'incidente per non metterla in imbarazzo, ma quello che mi ha colpito è che lei non solo non ha accennato alla possibilità di riparare il danno, ma non si è neanche scusata. Il mio restauratore mi ha detto che per eliminare l'alone che si è formato saranno necessari non meno di 200 euro. Sinceramente non so come regolarmi. Lei che ne pensa? Tina B. 

Gentile Tina, purtroppo contro certi comportamenti c'è ben poco da fare. Educazione, ma anche elementare buon senso, vogliono che quando si rompe o si rovina qualcosa che appartiene agli altri, anche se parenti, si provveda immediatamente a riparare il danno. Non tutti però hanno questa sensibilità, convinti che la familiarità possa consentire di sorvolare sulle consuetudini del galateo. Se la sua parente non solo non si è scusata, ma non ha neanche avuto la cortesia di inviarle un restauratore per riparare il danno, lasci perdere. E dalla prossima di famiglia, si limiti a farla sparecchiare. 

Cara Contessa Lara, qual è il numero massimo di bicchieri che si possono mettere a tavola durante un pranzo elegante? Mi piace abbinare i vini alle portate, ma non so quanti se ne possono mettere. Mi può dare una mano? Grazie, Pippo S. 

Gentile Pippo, se le dimensioni del suo tavolo da pranzo lo consentono, può tranquillamente disporre (in alto a destra sopra il piatto e da destra verso sinistra) i bicchieri da vino bianco, rosso e da acqua. Dietro, la coppa da champagne se sarà servito con il dolce o il bicchierino per il vino da dessert. Un eventuale flute, con il quale si serve il prosecco o lo champagne, non va messo a tavola perché lo si usa al momento degli aperitivi. Nel caso in cui il tavolo non lo consentisse, le suggerisco di limitare la qualità dei vini ad una sola, così da ridurre al minimo l'ingombro.

Contessa Lara

Contessa Lara è il nom de plume di una gentildonna messinese che non ama mettersi in mostra. Fedele agli insegnamenti della sua gioventù (le signore compaiono sui giornali solo tre volte: quando nascono, quando si sposano e quando muoiono) ha deciso di collaborare con noi, ma con discrezione. Ovviamente abbiamo accettato con gioia, sicuri che la sua competenza sarà un prezioso aiuto per chi già conosce le buone maniere e per chi invece ha ancora molta strada da percorrere sulle impervie vie del saper vivere.

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