Cronaca. Palermo, truffa ai danni dello Stato: indagati due sindacalisti
PALERMO. Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo hanno eseguito un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo siciliano, che dispone il sequestro di 115.000 euro nei confronti di Agata Del Vecchio e di Giovanni Di Pisa. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle palermitane hanno consentito di accertare che i due, insegnanti distaccati al Sindacato nazionale Autonomo Lavoratori Scuola di Palermo, hanno dichiarato all'INPDAP di aver ricevuto dall'organizzazione sindacale, nel solo ultimo anno di lavoro prestato alla Segreteria Provinciale dello SNALS, una retribuzione aggiuntiva rispetto allo stipendio da insegnante. Ciò ha consentito loro di maturare un aumento del trattamento pensionistico. In particolare, i due sindacalisti, nella qualità di segretario provinciale vicario e di segretario provinciale, hanno mantenuto durante tutto il periodo del distacco sindacale, protratto fin dagli anni '80, esclusivamente il diritto allo stipendio previsto per l'insegnamento. Soltanto un anno prima del pensionamento (dal 01.09.2007 al 31.08.2008 per la sig.ra Del Vecchio e dal 01.09.2010 al 31.08.2011 per il sig. Di Pisa) entrambi avrebbero ottenuto la retribuzione aggiuntiva per le mansioni svolte nel sindacato. La decisione di assegnare questo aumento ai due dirigenti e la sua quantificazione sarebbero state adottate dal sindacato in sede di consiglio provinciale e formalizzate in appositi verbali palesemente manipolati con indicazioni apposte a penna, verosimilmente in un momento successivo alla loro formazione. Tuttavia, dai rendiconti annualmente predisposti, dalla documentazione di dettaglio delle spese sostenute dal sindacato e dalla documentazione bancaria fornita dai diversi istituti di credito interessati è risultato che il sindacato non avrebbe avuto la disponibilità finanziaria per corrispondere i compensi aggiuntivi, peraltro in contanti, ai due dirigenti. Pertanto, gli stessi non hanno mai realmente percepito tali somme né svolto funzioni ulteriori rispetto a quelle esercitate in passato, ma nonostante ciò hanno conseguito indebitamente il diritto a ricevere una quota pensionistica integrativa calcolata secondo il metodo retributivo sulla base della retribuzione dell'ultimo anno di attività. In tal modo, la donna ha ottenuto una pensione gonfiata dal 2009 di 54.000 euro mentre l'uomo dal 2012 di 61.000 euro. Per tali vicende entrambi i sindacalisti sono indagati per il delitto di truffa aggravata ai danni dello Stato.