Cronaca. Mafia a Messina, Operazione Beta: 19 condanne e 2 assoluzioni

Tribunale giustiziaMESSINA. Operazione Beta: il GUP del Tribunale di Messina ha condannato con rito abbreviato 19 persone e ne ha assolte due. L'operazione si è svolta nel luglio del 2017 dai ROS di Messina e portato alla luce gli affari del clan Santapaola di Catania nella città dello Stretto nei settori del gioco d'azzardo e dell'edilizia. Tutte le persone coinvolte sono accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, frodi informatiche, gioco d'azzardo illegale e trasferimento fraudolento di beni, corse di cavalli. L'articolata indagine ha evidenziato l'esistenza di una cellula del clan Santapaola Ercolano di Catania a Messina, che sarebbe stata in grado di avvalersi di persone di alto profilo tra professionisti, imprenditori, titolari di società e funzionari pubblici per gestire a proprio piacimento gli interessi illeciti.

Ecco le condanne: 15 anni e 2 mesi a Vincenzo Romeo (cognato del boss Nitto Santapaola), 10 anni e 10 mesi per Antonio Romeo, 10 anni e 8 mesi per Marco Daidone e Pasquale Romeo, 11 anni per Benedetto Romeo, 6 anni e 4 mesi per Biagio Grasso il pentito milazzese che ha svelato gli affari del clan, 3 anni e mezzo per Lorenzo Mazzullo, un anno e 10 mesi per Giovanni Bevilaqua, un anno e 5 mesi per Salvatore , un anno e 9 mesi per Maurizio Romeo, 6 mesi per Fabio Laganà, N. L. (poi assolto con sentenza passata in giudicato, aggiornamento 13/9/2023), Giuseppe Verde, 3 mesi per Antonio Rizzo, un anno e 4 mesi per Mauro Guerrieri e Antonio Lipari, un anno e 9 mesi per Caterina Di Pietro e Giorgio Piluso, 2 anni per Gianluca Romeo. Assolti perché il fatto non sussiste Francesco Altieri e Giovanbattista Croce.

Carmelo Amato

Il giornalismo è la sua ragione di vita. Indistruttibile, infaticabile, instancabile, riesce a essere sul posto “prima ancora che il fatto succeda”. Dalla cronaca nera allo sport nulla gli sfugge. È l’incubo degli amministratori comunali, che se lo sognano anche di notte e temono i suoi video e i suoi articoli nei quali denuncia disservizi e inefficienze e dà voce alle esigenze dei suoi concittadini.

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