Crocetta affossa l’Ente Teatro favorendo Palermo e Catania

Teatro Vittorio Emanuele
Il teatro Vittorio Emanuele

Il mare è fatto di gocce e la liquidazione dell'Ente Teatro di Messina procede a piccoli passi. Piccoli, ma inesorabili.

Dopo l'ammissione dello stesso presidente dell'Ente Teatro Maurizio Puglisi che il sembra intenzionato a sciogliere l'ente, arriva un'e-mail del commissario straordinario Rosario Cultrone (cui spetta il compito di sostituire il Consiglio di Amministrazione in attesa che sia costituito il nuovo CdA) a confermare, neanche tanto tra le righe, le reali intenzioni dell' regionale.

Nei giorni scorsi il presidente Puglisi invia un'e-mail a Cultrone (persona molto vicina a Rosario Crocetta, che già lo aveva inserito nel proprio Ufficio di Gabinetto e nel cui curriculum c'è anche una consulenza nel 2004 per il Comune di Gela) all'indirizzo dell'ufficio per chiedere dei chiarimenti. Cultrone risponde dall'e-mail privata e così non è possibile pubblicarla integralmente.

Però il contenuto dell'e-mail circola tra i corridoi del teatro. Il primo dato è che Coltrone non ritiene necessario incontrare di persona i lavoratori, sostenendo che chi vuole lo può raggiungere telefonicamente.

Ma la vera chicca sono le idee di Cultrone rispetto a quello che resta della programmazione 2012-2013, che un furibondo Gianpiero Cannata, musicista dell'Orchestra dell'Ente Teatro pubblica su facebook.

“Colleghi e cittadini che ci seguite sulla nostra bacheca –scrive Cannata- da Palermo non arrivano buone notizie. Questa sera (ieri, ndr) abbiamo saputo che il commissario inviato dalla Regione non ha alcuna intenzione di venire a Messina, ha detto che una telefonata può bastare.

Per quello che invece riguarda la ripresa della stagione, sostiene che eventualmente si potrebbe sostituire la nostra Bohéme (prevista per dicembre, ndr) con quella che i colleghi catanesi che faranno a gennaio, mentre per Dreaming Cenerentola ci manderebbe l'Orchestra Sinfonica Siciliana. Balletto e operetta si potrebbero sostituire con qualche scuola di danza messinese e qualche compagnia di Messina rigorosamente a costo zero, solo sbigliettamento.

Insomma, più chiaro di così si muore. Questo burocrate mantenuto da noi, decide che un teatro con tutte le sue maestranze e dipendenti deve morire, per lasciare spazio ai nostri colleghi, che con rispetto parlando, hanno avuto solo la fortuna di essere capitati in una città dove i politici fanno il loro lavoro, gli amministratori hanno stabilizzato orchestra, coro, tecnici, e noi invece continuiamo a pagare un conto pazzesco, per colpa dei nostri politici locali, sempre più assenti nelle vertenze della città.

“E un grazie –conclude Cannata- lo voglio lanciare anche a tutti i nostri amministratori passati e presenti, che a differenza dei loro colleghi non ci hanno stabilizzato, per arrivare adesso al rischio chiusura! Complimenti politici, complimenti amministratori”.

Ma non è tutto. Perché l'ipotesi di liquidazione, cui il soprintendente Paolo Magaudda si è dichiarato favorevole sostenendo che “la creazione di un unico soggetto sorto dalle ceneri dell'Ente Teatro e di Taormina Arte sarebbe un'ottima scelta”, in realtà potrebbe non prevedere la nascita di una nuova struttura a cavallo tra Messina e Taormina, bensì la spartizione dei contributi destinati alla città dello Stretto tra l'Orchestra Sinfonica Siciliana e il Teatro Bellini di Catania.

Da capire anche se il blocco del bando per la selezione dei componenti il CdA del Vittorio Emanuele, ufficialmente stoppato dal sindaco Accorinti in attesa di sapere se deve nominare due o tre membri, sia solo una coincidenza che lascia campo libero al commissario Cultrone.

Squilla a vuoto il telefono del presidente dell'ARS, il messinese Giovanni Ardizzone, impegnato nel Comitato regionale, mentre è staccato quello dell'assessore alla Cultura del Comune di Messina Sergio Todesco, che fino ad oggi non ha speso una sola parola sul futuro dell'Ente Teatro della città che contribuisce ad amministrare.

A meno che l'altra ipotesi che circola con sempre maggiore insistenza e cioè che una volta liquidato l'Ente Teatro si punti alla creazione di un “Teatro Pinelli 2” (pur con le lodevolissime attività che i ragazzi del Comitato Pinelli hanno portato avanti da quasi un anno a questa parte) all'interno del Vittorio Emanuele, non sia solo una congettura ma un percorso già definito.

Al Vittorio Emanuele ricordano con un po' di apprensione le parole dell'ex presidente Luciano Ordile, quando Accorinti riuscì a schiodarlo dalla poltrona dell'Ente Teatro: “Avrò più potere quando sarò fuori da qui”. L'ultima battuta prima di uscire definitivamente di scena o una promessa, visti peraltro i suoi strettissimi rapporti con Ardizzone, UDC doc come Ordile?

Intanto la fissata dal presidente Puglisi per lunedì alle 10 con i sindacati e l'ineffabile Cultrone è rinviata a mercoledì per l'indisponibilità di quest'ultimo, che pur essendo un semplice funzionario regionale evidentemente detta i tempi dell'Ente Teatro di Messina.

Aggiornamento delle 13.17

“Mi incontrerò lunedì mattina con il sindaco e discuteremo della vicenda”. Così l'assessore Todesco, che si è appena messo in contatto con il giornale. Che aggiunge: “Con Maurizio Puglisi stiamo lavorando per raccogliere film e locandine per creare un museo permanente del cinema a Messina”. Sì, però mentre voi raccogliere film e locandine Crocetta vuole chiudere l'Ente Teatro a beneficio di Catania e Palermo. “Crocetta parteciperà ad una riunione di Giunta e allora gli chiederemo chiarimenti”. E rispetto all'ipotesi di creare una sorta di Teatro Pinelli 2 dopo la liquidazione dell'Ente? “Non ne so nulla perché è il sindaco che segue personalmente le vicende del teatro. Lunedì lo incontrerò e ne saprò di più”.

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