Comune a rischio default, l’impresa Nicotra rinuncia ai lavori

Real Convitto Dante Alighieri“Dopo l'aggiudicazione all'impresa Mariano Nicotra e la successiva sua rinuncia all'appalto per i lavori di adeguamento funzionale dei locali dell'ex Real Convitto Dante Alighieri, la gara è stata aggiudicata definitivamente al secondo classificato”.

Sono le prime righe di un comunicato stampa del Comune dietro il quale si nasconde l'incapacità di Palazzo Zanca di far fronte ai pagamenti a fornitori e . Seguono la descrizione dei lavori da eseguire e un po' di storia dell'ex Convitto.

Quello che non c'è, nella nota pubblicata dall'Ufficio stampa del comune, è il dramma di un imprenditore che a dispetto della crisi gravissima che da anni devasta il settore edile, deve rinunciare ad un appalto perché non ha la certezza non solo sui tempi di pagamento, ma anche sulla liquidazione dello stesso.

“Quando ho vinto la gara per la ristrutturazione del Dante Alighieri ero contentissimo -racconta Nicotra. In un momento difficile come questo anche un piccolo appalto aiuta a mandare avanti l'impresa. Poi, anche alla luce della situazione che vive il Comune, mi sono informato meglio. Ho chiesto se c'è la certezza che il dissesto sarà evitato e mi hanno risposto che no, questa sicurezza non me lo possono dare. Allora mi sono comportato come un qualsiasi padre di famiglia. Ho pensato al materiale da comprare, agli operai da pagare, al tempo necessario per portare a termine l'appalto. Insomma, mi sono fatto due conti e ho deciso di rinunciare. Il settore edile è a terra, ma la mia impresa non si può permettere di eseguire dei lavori senza avere la certezza matematica di essere pagata”.

mariano nicotra al centro con i ragazzi di addiopizzo
Mariano Nicotra, al centro, con i ragazzi di Addiopizzo

Mariano Nicotra non è solo un imprenditore edile. È uno che della legalità e del rispetto delle regole ne ha fatto una ragione di vita, anche a rischio di compromettere la propria serenità e quella della propria famiglia.

Per le sue denunce vive sotto scorta da anni. E solo chi è passato attraverso questa esperienza, quella della scorta data come protezione contro un reale pericolo di morte e non come status symbol da esibire, sa di quale si tratti. La sua era un'impresa che lavorava parecchio, ma da quando ha denunciato dei criminali che avvelenano il sistema economico non è più così.

E' anche il presidente dell'Associazione Antiracket di Messina e quando alcuni giorni fa sono entrati nella sede dell'ASAM e dopo avere rubato il poco che c'era da rubare hanno buttato tutto all'aria, Nicotra ha ribadito che il lavoro e l'impegno a sostegno degli imprenditori e dei commercianti vittime delle estorsioni e dell'usura non verrà meno.

“È importante salvaguardare le aziende che hanno prestato servizio presso la Pubblica Amministrazione -dichiara Alessandro Rizzo, presidente di Confapi Messina. Non è possibile che le aziende si trovino con fatture da incassare, quando peraltro la norma prevede pagamenti in tempi brevissimi. Il Comune deve garantire quanto dovuto per le opere appaltate per garantire la sopravvivenza delle imprese che ad oggi si vedono negare i pagamenti per lavori eseguiti con somme già anticipate”.

Alessandro Rizzo
Alessandro Rizzo, presidente Confapi Messina

Il dato certo, è che un'azienda sana, conosciuta per la propria serietà e competenza, è stata costretta a rinunciare ad un appalto perché nessuno al Comune di Messina si sente di garantire che il dissesto sarà evitato e che imprese e fornitori saranno pagati. Nella Tesoreria di Palazzo Zanca ci sono 12 milioni di fatture che attendono di essere saldate. Sono ferme da tempo e non si sa quando saranno evase.

Dimesso a fine agosto l'ex sindaco Buzzanca per inseguire il sogno poi mancato di una conferma all'ARS, fuori la Giunta quando è arrivato il commissario straordinario Luigi Croce, a metà settembre si è scoperchiato il vaso di Pandora del reale stato dei conti del Comune di Messina. Discutibili balletti di cifre tra la Ragioneria Generale ed i dirigenti dell'Area Economico-Finanziaria di Palazzo Zanca ed il team di esperti di Croce sulla reale entità dei debiti (60 milioni di euro sostengono i primi, 240 ribattono gli altri), probabilmente non è  caso proprio nei giorni scorsi la Corte dei Conti di Palermo ha inviato la relazione presentata da Palazzo Zanca il 9 novembre alla Procura della magistratura contabile e alla Procura del Tribunale di Messina.

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