#Comiso. Rubavano nelle case degli anziani, arrestati grazie all’aiuto dei cittadini

Ragusa Modica PoliziaRubavano nelle abitazione di anziani e solo grazie alle testimonianze di alcuni cittadini la Polizia è riuscita a individuare i presunti responsabili, tra i diversi reati commessi due furti per oltre 35 mila euro.

Gli agenti della  di Ragusa e del Commissariato di Comiso, infatti,  indagavano da mesi sulle rapine. La svolta grazie a una coppia di fidanzati.

E così, finisce in carcere Jacopo Verzeroli di 34 anni, ai arresti domiciliari Andrea D'Angelo di 28 e, invece, è stato notificato l'obbligo di dimora per un 19enne di cui sono state rese note solo le iniziali (P.I.).

“La Procura della Repubblica di Ragusa ha richiesto e ottenuto dal GIP adeguate misure cautelari a carico dei tre soggetti dopo aver valutato i gravi indizi di colpevolezza e le prove raccolte dalla Squadra Mobile di Ragusa e dal Commissariato di Comiso” – spiegano dalla Questura di Ragusa.

Gli investigatori della Polizia avevano avviato già mesi prima dei furti in abitazione contestati agli indagati, attività d'indagine finalizzate a individuare gli autori di diverse rapine in abitazione commesse ai danni di anziani nella zona di Comiso.

Andrea D'Angelo
Andrea D'Angelo
Jacopo Verzeroli
Jacopo Verzeroli

Dopo le rapine, i poliziotti hanno raccolto le testimonianze dalle  e dei vicini e hanno analizzato le immagini degli impianti di videosorveglianza.

“Inizialmente – aggiungono dalla Questura – l'indagine sembrava non avere un punto di partenza, ma gli odierni arrestati hanno commesso un errore. Infatti i giovani avevano fatto diversi sopralluoghi nei pressi di alcune abitazioni e questi movimenti erano stati osservati da attenti e onesti cittadini”. Una coppia di fidanzati, infatti, aveva notato quei giovani vicino casa.

I poliziotti intercettano i telefoni degli arrestati e arrivano subito importanti risultati investigativi. Infatti, durante uno dei furti in abitazione, i tre parlano al telefono.

“Il piano – continuano dalla Questura – era quasi sempre lo stesso, uno in macchina, uno faceva da palo e un altro entrava in casa, spesso salendo, arrampicandosi utilizzando il tubo pluviale o un palo della luce. Le informazioni erano continue tra i tre indagati, non lasciavano nulla al caso, bastava vi fosse un'auto sospetta, ovvero una in uso alla Polizia e i tre per non sbagliare si davano alla fuga, confondendola magari con una normale auto”.

Durante uno dei furti da quasi 30  mila euro Verzeroli, che si era introdotto in casa, era talmente contento che contattava i complici all'esterno: “ho trovato la sorpresa”. “C'è qualcuno, c'è la vecchia?” – chiede il complice preoccupato.  “No ci sono belle cose” – rassicura facendo intendere parecchio denaro.

Proprio in occasione di quel in abitazione i tre complici sono riusciti a portare via quasi 20 mila euro in contanti e 10 mila euro in monili d'oro.

Oltre ai riscontri di tipo tecnico, la Polizia Scientifica ha trovato in una delle case depredate l'impronta digitale di Verzeroli, che aveva sempre il compito di entrare in casa, in quanto molto agile e riusciva ad arrampicarsi con un qualsiasi appiglio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *