Come sono i neonati bruttini? Duci!

Mariangela Donato
Mariangela Donato

Ho sempre pensato che esistono dei termini dialettali che non possono essere tradotti. Non solo cambia il significato se detti in italiano, ma perdono proprio l'anima.

Parole che possono anche, al momento giusto, salvarti da imbarazzanti situazioni, sdrammatizzando le più bislacche scene su questo palcoscenico quotidiano che viviamo. Potrei citarne tantissime, ma sono davvero tante.

Qualcuno di voi per esempio, limitandosi anche a riassumere il concetto con una sola parola italiana, mi saprebbe tradurre scunchiuduta?

Potrebbe essere un sinonimo di insensata o inadeguata ma non rende bene l'idea, non colora la frase. O un'altro termine particolare tipicamente messinese come buridda? Nessuno secondo me ci può riuscire.

Questo mio pensiero nasce da una giornata particolare e soprattutto da un incontro particolare qui a Messina, ovviamente.

Reparto di ostetricia e ginecologia, nido, bimbi appena nati, visita alla madre del neonato che a prima vista non è bellissimo. Che a prima vista, proprio per citare un altro termine nostrano, si potrebbe definire nnimaleddu, ma che per educazione e buon senso devi in ogni caso elogiare, facendo i complimenti per il bel risultato ottenuto dai genitori.

A quel punto cosa dici? Il quant'è bello sarebbe ingiusto, finto, ipocrita e fuori luogo. Il termine che più di ogni altro è da usare in questi casi è soltanto uno. L'intraducibile, insostituibile, giusto, a tratti smielato, come è obbligatorio in queste situazioni: che duci! Dolce, ma di una dolcezza dialettale, infinita e diabetica che solo con cadenza messinese diventa perfetto e adeguato al bimbo poco bello. Ogni scarrafone è bello a mamma so'? Non lo so, certo però è che… è duci!

Mariangela Donato

Speaker radiofonica, blogger, conduttrice tv, mamma, portatrice sana di battute a raffica anche quando è giù di corda e chi più ne ha più ne metta, La Donato “viveur” è una messinese in fissa con il “savoir faire”. Su Sicilians scrive su abitudini e modi di fare soliti e insoliti, nostrani e non, prendendoli e prendendosi un po' in giro. La sua rubrica "Mi state tutti sul tacco" è la penna pettegola e pungente del nostro giornale.

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