Cinema. Messina, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la proiezione del film “L’ordine delle cose”

LocandinaGiovedì 19 ottobre, alle 18.30, alla sala Fasola di Messina, le associazioni Migralab A. Sayad, Arknoah e Carteggi Letterari e la Multisala Apollo organizzano la proiezione del film L'ordine delle cose, evento speciale alla 74esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. Segue un confronto su I migranti, la Libia e noi, nel solco dei temi del film. Introducono Loredana Polizzi (Multisala Apollo) e la presidente di Migralab A. Sayad Tania Poguisch; coordina l'incontro Marco Olivieri, critico cinematografico, e interviene lo sceneggiatore e produttore Francesco Torre (associazione Arknoah). Prima della visione è previsto un collegamento Skype con il regista Andrea Segre.

Sinossi

Corrado è un alto funzionario del Ministero degli Interni italiano specializzato in missioni internazionali contro l'immigrazione irregolare. Il Governo italiano lo sceglie per affrontare una delle spine nel fianco delle frontiere europee: i viaggi illegali dalla Libia verso l'Italia. La missione di Corrado è molto complessa, la Libia post-Gheddafi è attraversata da profonde tensioni interne e mettere insieme la realtà libica con gli interessi italiani ed europei sembra impossibile. Corrado, insieme a colleghi italiani e francesi, si muove tra stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. La sua tensione è alta, ma lo diventa ancor di più quando infrange una delle principali regole di autodifesa di chi lavora al contrasto dell'immigrazione: mai conoscere nessun migrante e considerarli solo numeri.

Note di Regia

“Quando tre anni fa ho iniziato a lavorare a questo film non sapevo che le vicende tra Italia e Libia sarebbero andate proprio come le abbiamo raccontate, ma purtroppo lo immaginavo. Per molti mesi ho incontrato, insieme allo sceneggiatore Marco Pettenello, alcuni “veri Corrado” e parlando con loro ho intuito che l'Italia si apprestava ad avviare respingimenti di migranti nei centri di detenzione libica. Nessuno lo diceva pubblicamente, ma ora che il film esce è tutto alla luce del sole. Mi auguro che il film aiuti a riflettere su cosa stiamo vivendo in questi giorni e sulle lunghe conseguenze che vivremo ancora per anni. Infatti credo che quella di Corrado sia la condizione di molti di noi in quest'epoca che sembra aver metabolizzato l'ingiustizia. La tensione tra Europa e immigrazione sta mettendo in discussione l'identità stessa dell'Europa. Corrado e la sua storia raccontano questa crisi di identità. Ho cercato in lui, nel suo ordine e nella sua tensione emotiva, quelle della nostra civiltà e del nostro tempo. Sappiamo bene quanto stiamo abdicando ai nostri principi negando diritti e libertà a essere umani fuori dal nostro spazio, ma proviamo a non dircelo o addirittura a esserne fieri. È questa crisi che mi ha guidato eticamente ed esteticamente nel raccontare il mondo di Corrado, un mondo tanto rassicurante quanto inquietante.”

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