#Catania. Terremoto, Ordine Architetti: “Uscire dall’inerzia”

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La città di Amatrice vista dall'alto

Dopo il forte terremoto di 6.0 che ha devastato la vasta area compresa tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo provocando morti e feriti, il presidente dell'Ordine degli Architetti di Catania Giuseppe Scannella interviene con una nota per sollecitare la classe politica a uscire dall'inerzia. “L'ennesima tragedia avvenuta nel Centro Italia, non per questo inaspettata, ci riporta alla mente le infinite volte che la comunità degli architetti e ingegneri, insieme alle altre professioni tecniche, ha sollecitato i responsabili della cosa pubblica a mettere in campo una seria e generale messa in sicurezza del patrimonio edilizio del Paese -dichiara il presidente Scannella. Lo ha fatto e lo fa a tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale, suggerendo azioni, sollecitando , contestando quelli nel frattempo emessi. È il caso, solo per citare un esempio recente e che ci riguarda direttamente, dello studio di dettaglio sul centro storico della nostra città – sottolinea Scannella – ma il discorso vale per moltissima parte della Sicilia e d'Italia, per il quale abbiamo contestato un eccesso di conservatorismo, un'inopportuna limitazione orizzontale degli interventi possibili sul tessuto edificato, specie quello più debole».

«Abbiamo contestato -conclude il presidente de'Ordine degli Architetti di Catania- anche la mancanza di una seria e praticabile politica di incentivazione economica verso queste azioni che, tra l'altro, potrebbero diventare un potentissimo volano economico per una crescita che, malgrado annunci più o meno trionfalistici, non parte. Lo abbiamo fatto proprio paventando i rischi di questo patrimonio, che si vorrebbe conservare così come è e che, invece, proprio da questo eccesso di conservatorismo che sconfina nell'inerzia, è messo a rischio. È un paradosso che ad ogni evento si mette in evidenza, come le facce scure e contrite di quelli che si potrebbero considerare i veri responsabili delle morti e del disagio economico che, inevitabilmente, ne consegue».

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