#Catania. I Commercialisti discutono sul riordino delle società partecipate

 

partecipate_commercialisti (1)Ieri, 19 giugno, nel pomeriggio Commercialisti di Catania e di altre città siciliane, nel corso del convegno organizzato dall'Ordine professionale etneo di categoria, in sinergia con il suo nazionale (Cndcec) hanno discusso delle società partecipate.

“A livello nazionale i Comuni e le Regioni partecipano, direttamente o indirettamente, ben ottomila società – ha spiegato il presidente dell'Ordine catanese Sebastiano Truglio – spesso il risultato è stato una scarsa efficacia gestionale ed economica, che in maniera crescente ha pesato nelle casse degli enti locali, già su altri fronti in difficoltà finanziaria. Le nuove disposizioni rappresentano un passo avanti, ma permangono molte incertezze e gli effetti saranno valutabili nel lungo termine”.

A grandi linee il piano di riordino delle società partecipate del Comune di Catania prevede l'accorpamento dell'Azienda Municipale Trasporti con Sostare (Amt), la vendita di una quota di minoranza di Azienda Servizi Energetici Catania (Asec) che gestisce la distribuzione di gas, e quella intera di Asec Trade che si occupa della vendita di energia e i servizi al cliente, il mantenimento di Multiservizi e Sidra.

L'Amministrazione comunale, come tutti gli enti locali italiani, è chiamato, nel rispetto della Legge di Stabilità, a razionalizzare e ottimizzare la gestione privatistica dei servizi pubblici di interesse generale.

 partecipate_commercialisti (2)Uno degli elementi di indeterminatezza è quello citato da Giuseppe Girlando, assessore al Bilancio del Comune di Catania: “la legge prevede che sia il sindaco a presentare il piano di riordino alla Corte dei Conti, eppure alcune partecipate sono di competenza del Consiglio comunale. Dunque un problema di potestà concorrente. La nostra Amministrazione, anche dopo consultazione con l'Anci, ha superato l'incertezza presentando un piano di natura programmatoria e prevedendo il passaggio in Consiglio nella fase esecutiva”.

Mentre, il tesoriere del Consiglio nazionale Roberto Cunsolo, al dei relatori con il consigliere dell'Ordine etneo Rosario Marino, ha rilevato importanti contrasti tra documenti e fatti, come nel caso della fallibilità delle società in mano pubblica: “una società in house può essere soggetta a fallimento o non rientra tra le ipotesi di diritto privato pur essendo in forma privatistica? Nel diritto comune esistono articoli in cui gli organismi partecipati non possono rispecchiarsi, serve quindi una legislazione ad hoc”.

In questa direzione si colloca il testo unico di riordino della materia dei servizi pubblici locali e delle società partecipate, ha aggiunto il consigliere della Corte dei Conti Donatella Scandurra.

Inoltre, il vicepresidente del Cndcec Davide Di Russo citando il cosiddetto Piano Cottarelli ha evidenziato che: “l'obiettivo è ridurre a mille, in un anno, le società partecipate in Italia, ma le previsioni si scontrano con la realtà dei fatti. Un lasso di tempo così breve e un drastico ridimensionamento rendono difficoltosa la mobilità pubblica dei dipendenti”.

Antonio Maimone

Laureato in giornalismo all'Università di Messina. Ha sempre avuto la passione per il calcio e per lo sport in generale. Ha collaborato con diverse redazioni sportive e per Sicilians vi porterà all'interno di tutte le realtà sportive locali e regionali, facendo ogni tanto qualche passaggio in cronaca.

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