#Caltanissetta. Tutto da rifare per la faida delle pompe funebri
La Cassazione ha annullato, rinviando gli atti alla Corte d'Appello di Caltanissetta, la condanna a 20 anni di reclusione per Diego Calì detto Dino, considerato il mandante dell'omicidio del cugino, il boss di San Cataldo e titolare di un'agenzia di pompe funebri Totò Calì, e quella a 4 anni e 8 mesi per Salvatore Lombardo di Marianopoli, accusato di associazione mafiosa.
Confermata invece la condanna a 10 anni per il pastore Enzo Mancuso, accusato di associazione mafiosa e di avere preso parte all'agguato, al quale scampò a fine 2009 il commerciante Stefano Mosca, titolare di un'agenzia di pompe funebri.
Secondo l'accusa, l'omicidio Calì avvenuto alla fine di dicembre del 2008 e il tentato omicidio Mosca si inserirebbero nel contesto della faida per il controllo delle attività di pompe funebri a San Cataldo.
Sulla vicenda fece luce l'inchiesta dei carabinieri “Nuovo Mandamento”, che smascherò anche il tentativo di costituire una nuova cosca mafiosa operante tra San Cataldo e Sommatino. (foto wikipedia)