Il sindaco Buzzanca firma contro l’omofobia

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Campagna contro l'omofobia

Indietro su tante cose, Messina fa un passo avanti nella lotta contro l'omofobia. Dopo mesi di incontri e contatti il sindaco Giuseppe Buzzanca ha firmato la condanna ufficiale di qualsiasi forma di discriminazione sessuale. Il documento è pronto per essere pubblicato e sarà presentato a breve durante una conferenza stampa congiunta tra il Comune e l'Arcigay di Messina. 

Certo, non è una vittoria senza condizioni quella ottenuta dall'Arcigay e dal suo presidente Rosario Duca. Secondo i rumor di corridoio, la bozza precedentemente concordata è stata limata qua e là per non offendere la sensibilità da ultras del cattolicesimo dei componenti targati UDC della Giunta Buzzaca, ma l'importante era un pronunciamento pubblico dell'amministrazione di Palazzo Zanca contro l'omofobia. 

“Non è stato semplice -commenta soddisfatto Duca- ma ce l'abbiamo fatta. Questa presa di posizione, soprattutto in un momento in cui soprattutto nelle del Nord gli attacchi contro gli omosessuali sono sempre più frequenti, è un segnale importante e ne siamo grati al sindaco Buzzanca. Adesso però bisogna lavorare al Registro delle Unioni civili, che è l'altra battaglia che come Arcigay Messina ci siamo intestati negli ultimi anni”. 

Una battaglia, quella per il Registro delle coppie di fatto, etero e non, che la comunità messinese LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans) sta portando avanti in tutta la provincia, nonostante la batosta data a Milazzo proprio dal PD, che all'inizio di novembre ha fatto saltare l'approvazione in Consiglio. Dopo Bagheria, che ha riconosciuto le coppie di fatto già da 20 anni, il centro mamertino sarebbe stato il secondo Comune siciliano a dare una prova di civiltà e rispetto. 

RosarioDuca
Rosario Duca, presidente Arcigay Messina

L'anno scorso sono stati contattati tutti i 108 comuni della provincia e le prime risposte sono già  arrivate. Si sono già mosse le amministrazioni comunali di Lipari, Taormina e Torregrotta, mentre molti sindaci, sollecitati la scorsa primavera, hanno rinviato tutto a dopo il referendum di giugno. Che è arrivato, è passato, ma non ha portato alcuna novità rispetto ad una battaglia che è innanzitutto una battaglia di civiltà.

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