Barcellona PG, operazione “Inside”: il 18 novembre la sentenza per i riti abbreviati. Colpi di scena all’ultima udienza

MESSINA: Si terrà il prossimo 18 novembre la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato nell'ambito dell'operazione “Inside”, l'inchiesta che ha smantellato un'articolata associazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti e al traffico illecito di autovetture con l'estero, facente capo – secondo le accuse – al barcellonese Salvatore Iannello, all'epoca titolare della SJ Auto.
Dopo quasi un anno di custodia cautelare in carcere, lo stesso Iannello ha avviato un percorso di collaborazione con la giustizia, seguendo la scia del sodale Settimo Corridore, primo tra gli indagati a decidere di cooperare con gli inquirenti.
L'ultima udienza, celebrata ieri davanti al GIP Monia De Francesco presso il Tribunale di Messina, è stata caratterizzata da momenti di grande intensità e colpi di scena inattesi. Le discussioni difensive, protrattesi fino al tardo pomeriggio, si sono concluse con gli interventi finali degli avvocati.
In ordine, ha preso la parola la difesa di Salvatore Iannello, rappresentato dall'avvocato Monica Genovese, nella veste di collaboratore di giustizia. A seguire, il legale Santi Certo, difensore di Maurizio Iannello e Carmine Di Natale, gli avvocati Presti e Sebastiano Campanella, difensori di Ketty Imbesi, compagna convivente di Iannello. Poi è intervenuto l'avv. Salvatore Silvestro per Filippo Benenati e, in chiusura, l'avv. Diego Lanza, difensore di Felice Castellano.
Proprio durante l'intervento del legale Lanza sono emersi nuovi e significativi elementi. Il legale di Filippo Benenati, Salvatore Silvestro, ha deposito una memoria difensiva contenente le dichiarazioni rese da Benenati alla DDA di Messina nelle date del 10 luglio e del 22 ottobre 2025.
Il legale Lanza, ha riconosciuto la qualità e la profondità dell'indagine condotta dagli inquirenti, ma al contempo ha posto l'accento sulle gravi vicissitudini subite dal proprio assistito Felice Castellano. Quest'ultimo, secondo quanto emerso in aula, avrebbe ricevuto pesanti minacce di morte, rivolte a lui e ai suoi familiari, provenienti proprio da alcuni esponenti di rilievo dell'associazione criminale contestata.
Il difensore ha inoltre ricordato come, nell'ambito della vicenda, fosse noto anche agli stessi Iannello e sodali che l'ammanco economico al centro di alcune contestazioni derivava in realtà da un sequestro operato dagli inquirenti, circostanza tutt'altro che ignota ai vertici del gruppo.
L'udienza di ieri segna dunque un punto di svolta in un processo complesso, dove le dinamiche interne all'associazione e le successive collaborazioni con la magistratura potrebbero incidere in modo decisivo sulle valutazioni del giudice.
La parola finale spetterà ora al GIP Monia De Francesco, che il 18 novembre pronuncerà la sentenza per gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato.

