Attualità. Scultura di Guadagnuolo contro la violenza sulle donne

Scultura Guadagnuolo violenza donne SiciliansROMA. La Giornata Internazionale contro la violenza sulle 2017 ritorna anche quest'anno per richiamare l'attenzione su soprusi e discriminazioni subiti. In occasione di questa importante manifestazione sarà presentata ad Ardea, alle porte della Capitale, l'opera scultorea di Francesco Guadagnuolo intitolata rosso, , nero, che rappresenta la donna oggettivizzata e sessualizzata. L'artista vuole rivolgere l'attenzione su questa ferita della società contemporanea non ancora sanata e più che mai, attuale e indurre le nuove generazioni a un comportamento di aiuto e di educazione reciproca. L'opera punta a stimolare il mondo interiore, denunciando la concezione retrograda di chi crede ancora la donna un oggetto di proprietà. Questo dramma vissuto da tante donne si identifica in questo caso nelle gambe lunghe e magre, seducenti, di due donne in rosso e in nero, che vibrano di vita e voglia di vivere. È come se Guadagnuolo ci volesse dire che la donna non è soltanto gambe da esibire e la scelta del rosso e nero della scultura serve a sottolineare il carattere drammatico della circostanza.

C'è un altro aspetto più drammatico, in mezzo alle gambe della scultura domina la morte. Qui infatti sono assemblati tre teschi: uno rosso (la violenza), uno bianco (la purezza) e uno nero (il crimine), simboli di morte di tre destini alla quale la donna va incontro senza saperlo. Le gambe delle due donne separano il rosso e il nero delle scarpe sanguinate cui è stata negata la libertà.

Scrive lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Nudi: «Daliniano en noir, diretto e graffiante, attraverso un femminile declinato nei colori del sangue e della morte che ti entra dentro senza tanti complimenti e ti ferisce nella sua immediatezza, Guadagnuolo s'identifica con la logica grezza e brutale dell'aggressore e ci sottolinea l'immenso potere della seduttività del femminile visto come colpa da espiare con la morte. Un tema con cui l'uomo non ha mai fatto completamente pace: la bellezza come tentazione e desiderio, e dunque come straordinario potere, sebbene innocente, che sottomette senza appello il maschio alle sue scelte, e che quindi va piegato con la forza. Una storia antica che ancora non è stata riconciliata perché rimette ogni volta in discussione gli istinti più primordiali e le pulsioni più elementari; una vicenda antichissima che richiederà tanta cultura e tantissimi anni per essere almeno in parte pacificata».

La scultura-installazione è densa di carica emotiva, è simbolo di una transrealtà corporea che si concretizza attraverso un gioco di pieni e di vuoti. L'artista mantiene con quest'opera una sua prospettiva e si compone su diversi piani, in un palcoscenico sì enigmatico, ma di grande riflessione. L'esposizione sarà presentata venerdì 24 novembre alle 18 nella Sala Consiliare di Ardea.

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