No alle trivellazioni in Sicilia. All’ARS passano due mozioni e un odg dei 5 Stelle

No trivelle Movimento 5 StelleStop alle trivellazioni in Sicilia. Nonostante qualche tentativo di ostruzionismo l'ARS dà il via a due mozioni e a un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle.

Le mozioni delle parlamentari Valentina Palmeri e Angela Foti impegnano il Governo Crocetta a bloccare la ricerca e il prelievo di idrocarburi.

Per i 5 Stelle, questo consentirà di mettere l'Isola “al riparo da eventuali rischi sismici connessi alla ricerca e di salvaguardare l'ecosistema e le attività produttive nel canale di Sicilia. Lo stop vale anche per le ricerche in corso“.

L'ordine del giorno, primo firmatario Matteo Mangiacavallo, ha come obiettivo quello di scardinare gli articoli 37 e 38 del decreto , che potrebbero far mettere in moto le trivelle ovunque in Sicilia. “Con questo odg – spiega Mangiacavallo – si impegna il governo a fare ricorso alla corte Costituzionale e ad indire un referendum abrogativo”.

La prossima mossa spetta al governo regionale e i grillini sperano che “non faccia orecchie da mercante, come ha fatto con altre mozioni approvate dall'Aula nel recente passato. Le mozioni M5S sono state approvate nonostante il tentativo messo in atto dalla maggioranza di bloccare la votazione con la verifica del numero legale e con il tentativo di rimandare in Commissione il testo “per ulteriori approfondimenti”.

“L'argomento – ha detto Giampiero Trizzino – è stato affrontato abbondantemente in Commissione. L'aula semivuota non è colpa nostra, anzi dimostra il grado di sensibilità della maggioranza”.

“Oggi in quest'aula -ha dichiarato il capogruppo Valentina Zafarana- si è cercato di difendere l'indifendibile e cioè che gli assenti hanno ragione e i presenti torto. E' il ribaltamento della realtà. La maggioranza è morta, sempre che sia mai stata in vita”.

La mozione Palmeri punta a mettere al sicuro i territori siciliani da eventuali rischi sismici correlati alle attività di ricerca ed estrazione. “Questo tipo di attività -spiega la parlamentare- potrebbe produrre una sismicità indotta o innescata anche a diversi chilometri di distanza. Le estrazioni e le attività di ricerca potrebbero essere molto pericolose in una terra ad alto rischio sismico come la Sicilia, dove sono ancora vivi i ricordi dei disastrosi sismi di Messina nel 1908 e della Valle del Belice del 1968 e, per andare più indietro nel tempo, quello della Val di Noto del 1693″.

In Emilia Romagna tutte le attività estrattive in via di autorizzazione sono state bloccate grazie al lavoro di una commissione di inchiesta (ICHESE) istituita dopo il terremoto del maggio 2012. Sulla base di una vasta documentazione scientifica è risultato, tra l'altro, che estrazioni e/o iniezioni legate allo sfruttamento di campi petroliferi possono produrre, in alcuni casi, una sismicità indotta o innescata.

La mozione Foti ha invece come obiettivo la tutela dell'ambiente. “Le trivellazioni -ha puntualizzato la Foti- pongono in concreto pericolo non solo tutto l'ecosistema del Mediterraneo, ma anche il lavoro dei pescatori e di settori come il turismo che dipendono strettamente dalla salute del mare”.

I Cinque Stelle hanno incassato anche il voto favorevole della Lista Musumeci. “Siamo lieti che abbiano accolto la nostra proposta di sostituire la parola “revoca” con “sospensione” rispetto alle concessioni del governo alle compagnie petrolifere nel Canale di Sicilia -dichiara Nello Musumeci. La nostra proposta è dettata dalla necessità di determinare una pausa di riflessione sulla politica energetica in Sicilia e un confronto fra Parlamento e Governo. Questo, anche per fare un bilancio di mezzo secolo di attività estrattiva nell'Isola, rivelatasi un danno e una beffa, se è vero che la mancata defiscalizzazione dei prodotti petroliferi costringe i nostri automobilisti a pagare la benzina ad un costo più alto dei cittadini del Nord Italia”.

“Attualmente sono presenti nel Canale di Sicilia solo 4 piattaforme petrolifere e in futuro, realizzando tutti i progetti sui nostri tavoli, diventeranno al massimo 6, su 105 presenti nei mari italiani. Nessun assalto, quindi, al Canale di Sicilia, e tanto meno alle Egadi, dove non c'è alcun progetto, ma soltanto poche attività a gas necessarie soprattutto per una riconversione industriale che mantenga la piena occupazione a Gela e dintorni”. Così ieri il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari, dopo la rivolta bipartisan contro le trivelle in Sicilia.

“Lo sviluppo della produzione di idrocarburi – spiega il sottosegretario in una nota – non deve e non può avvenire se non in modo sostenibile con un'attenzione elevatissima alla tutela dell'ambiente e alla sicurezza e il Governo ha riaffermato da ultimo questo concetto proprio nello Sblocca Italia”.

Elio Granlombardo

Ama visceralmente la Sicilia e non si rassegna alla politica calata dall’alto. La “sua” politica è quella con la “P” maiuscola e non permette a nessuno di dimenticarlo. Per Sicilians segue l'agorà messinese, ma di tanto in tanto si spinge fino a Palermo per seguire le vicende regionali di un settore sempre più incomprensibile e ripiegato su se stesso. Non sopporta di essere fotografato e, neanche a dirlo, il suo libro preferito è “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini.

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