Alla Sala Laudamo “La Fondazione” con Ivano Marescotti

Ivano Marescotti La Fondazione 5 phRaffaellaCavalieri
Ivano Marescotti

In scena da venerdì alla Sala Laudamo Ivano Marescotti ne “La Fondazione”, diretto da Valerio Binasco. La storia è quella di un uomo che non è capace di buttare via nulla. Una malattia che, come prova una famosa trasmissione televisiva, è sempre più in aumento.

“Baldini mi ha consegnato, prima di morire, il suo ultimo testo, poi pubblicato presso Einaudi, dicendomi: “fanne quello che credi” -racconta Marescotti. “La Fondazione” parla di un uomo che nella sua vita non riesce a buttare via nulla. Tiene da conto tutto, perfino le cartine che avvolgono le arance. La moglie lo ha mollato ma lui preferisce vivere tra la sua “roba”. Perché? Perché quella “roba” non rappresenta la sua vita, quella roba “è” la sua vita stessa. E quando quella “spazzatura” sarà buttata, anche lui seguirà la stessa sorte. Uno comico solo perché spesso e fortunatamente, riusciamo anche a ridere di noi stessi, perché, come disse Leo Longanesi, “i difetti degli altri somigliano troppo ai nostri”.

Nelle sue note di regia Binasco parla di un personaggio nato dalla fusione dei due. “Questo Personaggio Senza Nome -scrive il regista- è un uomo di struggente tenerezza. Da subito ci ha conquistati tutti. Un bel giorno è arrivato, si è sistemato dentro alla voce di Ivano, dentro al suo sguardo, ed era come se fosse sempre stato lì, con noi. Una presenza fortissima, ma gentile come un ricordo. Questa persona è quanto di più ‘vivo' ci possa essere oggi in un teatro, eppure è anche lontana come un ricordo.

Aleggia una nostalgia assurda nella poesia di Baldini, ed è il ricordo di qualcosa che non c'è mai stato. Ovvero dell'innocenza perduta del mondo. Sono parole grosse, e qualcuno può anche sorridere, ma la nostalgia per l'innocenza perduta è la chiave per capire Baldini, il personaggio di questo monologo e, se qualcuno mai se lo chiedesse, anche il motivo per cui la gente va a teatro. Ci si va per scoprire che l'umanità, in fondo, ha nostalgia della propria umanità. E per il gusto di scoprire ogni volta che l'umanità è semplicemente la gente. E la gente è una persona. Sono io. E sei tu. Ed è Lui. Anche questo Lui di Baldini, che non riesce a sbarazzarsi delle cose perché gli vuole bene”.

Il monologo interpretato da Marescotti è di Raffaello Baldini, poeta di Sant'Arcangelo di Romagna scomparso nel 2005. Le scene sono di Carlo De Marino, le musiche di Arturo Annecchino. Lo spettacolo andrà in scena venerdì e sabato alle 21 e domenica alle 17.30.

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