Accorinti e i potentati messinesi, le riflessioni di un lettore

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Il sindaco di Messina Renato Accorinti

Dal nostro lettore Emanuele Ferrara, riceviamo e pubblichiamo. “Gentile Redazione, ce la farà il neo sindaco Renato Accorinti a sconfiggere i potentati che da mezzo secolo immobilizzano la città di Messina?

Non sarà affatto semplice, ma sono certo che ci proverà e lo farà con quello spirito battagliero che l'ha sempre contraddistinto come quella volta che si arrampicò per 220 metri sul pilone di Torre Faro per srotolare uno striscione contro il Ponte.

Secondo Accorinti la rivoluzione parte dall'anima, ma i conti del Comune sono spietati e parlano chiaro: c'è una voragine di 392 milioni di euro! Nel frattempo i commissari sono appena usciti dal Comune, ma continuano ad amministrare l'Asl, il porto, le case popolari e per il nuovo sindaco le cose non si annunciano facili.

La lista di Accorinti ha appena 4 consiglieri su 40, ma lui per far rinascere la città conta sull'impegno appassionato degli assessori, tutta gente perfettamente in linea con le sue scelte, ma soprattutto conta sulla collaborazione dei cittadini che sanno benissimo che questa sarà l'ultima chiamata, ovvero l'ultima speranza per una città come Messina, stremata dall'apatia e dall'indifferenza.

Ma il grande sconfitto di queste elezioni è il deputato del PD Francantonio Genovese, ex sindaco, già segretario regionale del PD, il più votato d' alle primarie. Un politico abile che odora d'incenso democristiano, come il potente zio Nino Gullotti che fu pluriministro. Genovese, condivide il ruolo di dominus politico della città con Giampiero D'Alia, ministro della Pubblica e segretario dell'UDC in Sicilia, ultimo granaio di voti rimasto ai centristi dell'on. Casini, ormai in estinzione.

Genovese è anche un uomo d'affari, con interessi nella navigazione, nel turismo, nell'immobiliare e nella formazione professionale, dove la sua famiglia controllava quattro enti che tra il 2011 e il 2012 avrebbero ricevuto quasi 2 milioni di euro.

Un sistema di finanziamenti pubblici a pioggia, con interessi elettorali e clientelari che lo vedono indagato assieme a cinque familiari per i suoi affari nella formazione professionale. Quando si pensa al bene della famiglia, possono succedere anche queste cose! Adesso c'è un nuovo sindaco che vuole “Cambiare dal basso” la città, tra mille insidie e immensi problemi.

Sul suo futuro pende un ricorso al Tar presentato da alcuni candidati non eletti. Potrebbe portare a un nuovo conteggio dei voti del primo turno: quello in cui il candidato del Pd Felice Calabrò, mancò la vittoria per 59 voti.

Un soffio che potrebbe essere colmato  da schede nulle o da convalidare. A quel punto Messina la marziana precipiterebbe nuovamente nel più completo immobilismo e sarebbe chiaro a tutti perché Shakespeare ambientò nella nostra città la famosa commedia ” Molto rumore per nulla”.

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