20 luglio 13.40 Per Bisignano l’utilizzo dei fondi strutturali impediranno al territorio di essere protagonista

Questa la dichiarazione dell'assessore provinciale Michele Bisignano sull'incontro sui fondi strutturali comunitari svoltosi al PalaCultura: «L'occasione dell'incontro sullo “stato dell'arte” dell'utilizzo dei Fondi Comunitari 2007-2013 e su una loro eventuale rimodulazione e sull'avvio delle linee guida per la programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020, ha consentito, finalmente, un confronto ampio e senza riserve mentali, fra rappresentanti del territorio, nei loro vari ruoli, e rappresentanti del Ministero per la Coesione e lo e del Dipartimento regionale della Programmazione. Ma tale incontro ha messo in evidenza, che così come è stato fatto per il passato, tranne la brevissima “parentesi” caratterizzata dalla gestione del professore Robert Leonardi, che aveva dato un'impostazione per l'utilizzo dei Fondi Comunitari, che teneva conto di un progetto strategico di sviluppo fondato su momenti di forte concertazione territoriale, che anche per il futuro si stanno creando le premesse che impediranno al territorio stesso di essere protagonista del proprio sviluppo. A meno che, come è stato evidenziato in vari interventi, non vi sia una netta inversione di tendenza, che veda, nel contesto ormai ineludibile di una pianificazione infrastrutturale e di sistema di “Area vasta”, l'utilizzo di strumenti di pianificazione e di progettualità portati avanti da importanti realtà territoriali. Riteniamo difatti che non sia più possibile ragionare in di sviluppo seguendo modelli autoreferenziali e, soprattutto, non tenendo conto delle politiche di netta penalizzazione portati avanti a livello di Unione Europea nei confronti del Sud e della Sicilia con il superamento, nel settore fondamentale della mobilità, dell'asse Berlino-Palermo e l'individuazione di un nuovo asse Helsinki-La Valletta mediante il raccordo Napoli-Bari che guarda più ad Est che a Sud, tagliando fuori, nonostante la sua posizione strategica, la nostra Regione, i territori che ne fanno parte e le loro infrastrutture. Per questo è necessario ed auspicabile ritrovare, aldilà delle logiche di appartenenza, una sinergia sempre più ampia per individuare, alla luce della sempre più evidente crisi sociale ed economica che investe la nostra realtà e della ormai accertata riduzione della spesa pubblica, nell'ambito delle future programmazioni dell'utilizzo dei Fondi U.E., che finora sono stati utilizzati in maniera frammentaria, senza creare né sviluppo né occupazione, e che riguarderanno non solo politiche di coesione sociale ma anche politiche di coesione territoriale con i previsti interventi territoriali integrati, progetti di sviluppo che guardino all'Area Integrata dello Stretto, con la sua forte valenza strategica e, anche, ad altro importante strumento di pianificazione e progettualità definito Sistema Strategico di Sviluppo Territoriale della Sicilia Orientale, già al vaglio del Ministro della Coesione, che a nostro parere possono costituire come quadro di insieme, in cui poi inserire gli interventi di settore, le uniche possibilità per fare uscire Messina e la sua provincia dalla marginalità».

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