19 febbraio 09.50 “UniMe in protesta”, gli studenti chiedono uno spazio dove continuare a lavorare

Continua il braccio di ferro tra il “Comitato UniMe in protesta” ed i vertici dell'ateneo. Adesso lo scontro si è spostato sull'utilizzo dell'ex aula di Chimica e in una lunga lettera inviata al Senato Accademico gli studenti ribadiscono la richiesta di un'aula polifunzionale.

“Vista l'intenzione da parte del Rettore di ridestinare alla didattica l'aula di ex chimica -scrive il Comitato- che risulta ad oggi autogestita e considerata la sua indisponibilità a trovare una soluzione alternativa che non interrompa il corso delle attività in svolgimento, avanziamo la presente richiesta con l'auspicio che si possa trovare una soluzione condivisa che non preveda la risoluzione di un problema, innanzitutto politico-culturale, con i mezzi della forza pubblica, così come paventato dal Rettore. Nel fare questo ci manteniamo aperti e propositivi nell'individuare soluzioni che non compromettano la didattica e in generale le esigenze d'Ateneo.

Con la presente, quindi, il Collettivo UniMe in Protesta fa richiesta di uno spazio permanente per proseguire, migliorare e rendere costanti le attività fin qui svolte, in un primo momento durante l'occupazione dell'aula Cannizzaro e, successivamente, con l'autogestione nell'aula di ex chimica. Individuiamo una possibile e naturale soluzione nell'aula di ex-chimica ma siamo aperti a concordare un altro spazio avente idonee caratteristiche logistiche/organizzative. La natura degli eventi fin qui svolti e già organizzati per le prossime settimane richiede infatti che il luogo designato sia facilmente raggiungibile e fruibile, anche oltre gli orari d'ufficio.

Numerose esperienze nazionali e internazionali mostrano come l' possa essere uno spazio co-gestito, perlomeno con riguardo ad alcune funzioni relative alla produzione di cultura. Per esempio i campus statunitensi ospitano da sempre, con scadenze regolari e settimanali, eventi e programmi organizzati dagli studenti in orari non convenzionali (la sera o nei giorni festivi). Esperienze di quel tipo costituiscono tanto un modo per responsabilizzare i soggetti in formazione – rendendoli soggetti attivi del processo di produzione, organizzazione e gestione dei saperi – quanto uno strumento per la circolazione di contenuti e forme culturali diverse da quelle mainstream.

Ad oggi sono sono state organizzati numerosi eventi culturali e sociali che hanno visto il coinvolgimento di ricercatori e professori, afferenti non solo all'Ateneo di Messina, che hanno tenuto le proprie lezioni, ricevuto gli studenti e svolto esami negli spazi del Rettorato.

A titolo d'esempio tra gli eventi sociali e culturali organizzati si possono ricordare:

del libro di L. Queirolo Palmas (Univeristà di Genova): “Atlantico Latino: gang giovanili e culture transnazionali”;
– presentazione del libro di L. Galesi e A. Mangano: “voi li chiamate clandestini. Com'è prodotto il cibo che stai mangiando?”;
– seminario con il Dott. M. Cammarata: “psichiatria ieri e oggi”;
– lezione del Prof T. Perna: “globalizzazione e lavoro oggi”;
– lettura di brani dell'opera di Simon Weil offerta dalla dottoressa R. Fulco;
– lezioni e il ricevimento del Prof G. Signorino: i presupposti economici del federalismo;
– lezione del Prof C. Cedro “Struttura e funzionamento del sistema nervoso e psichiatria”;
– la presentazione del libro di Angelo Mastrandea, vice direttore del Manifesto: “Il trombettiere di Custer e altri migranti”;
– lezione e dibattito con la Prof.ssa C. Resta: “L'università senza condizione di J. Derrida”;
– seminario a cura della Dott.ssa D. Luciano: “Programmazione neurolinguistica”;
– doposcuola per i bambini rom;
– incontro con le associazioni dei migranti messinesi e dibattito sui diritti di cittadinanza;
– seminario del CRIM a cura del Prof. E. Cicero: “immagine e trasognanza nella poetica di Bachelard”;
– assemblea aperta alla cittadinanza sul mutamento delle relazioni industriali nell' “era Marchionne”;
– costituzione di una libreria autogestita e liberamente consultabile.

Di seguito invece vogliamo elencare quegli eventi in (pubblici servizi) che si troverebbero ad essere interrotti nella deprecabile possibilità in cui questo problema venisse risolto mediante l'uso della forza pubblica:

– cineforum settimanale (ogni martedì sera);
– seminario del Prof. Antonio Mazzeo: “Le mani sull'università. Borghesi, massoni e mafiosi nell'Università di Messina”, già fissato per lunedì 21 febbraio alle ore 15.30;
– Convegno “Cronaca politica di una tragedia politica” a cura del “Museo del Fango” e con la partecipazione del Genio Civile di Messina Gaetano Sciacca;
– seminario sulla questione di genere a cura delle donne del Collettivo Unime in Protesta;
– orientamento per i ragazzi delle scuole superiori sulla condizione dell'università “post-Gelmini”;
– creazione di un gruppo di lettura;
– incontro di scambio culturale con gli studenti Erasmus;
– seminario introduttivo di yoga a cura della dott.ssa Mimma Luciano;
– corso di alfabetizzazione informatica sui software open source;
– servizi medici di base a cura degli studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia;
– presentazione del progetto “telefono viola”, per la costituzione di una rete siciliana per gli abusi psichiatrici;
– lezione sul tema dell'”ecologia profonda”;
– lezione del prof. De Domenico: Ponte sullo stretto e impatto ambientale;
– incontro-dibattito su finalità e meccanismi del commercio equo e solidale;
– presentazione del libro del ricercatore Pietro Saitta “Sex Industry. Profili economici e sociali della prostituzione”;
– seminario del ricercatore Lorenzo Casini sulla “questione egiziana”;
– seminario sulle licenze “credit commons”;
– incontro-dibattito a cura dei Maestri Irene Romeo e Giovanni Cordova sull'importanza della musica come strumento di integrazione fra culture.

In questi mesi abbiamo dimostrato che l'università può essere vissuta in modo più attivo, non limitandosi semplicemente alla frequenza delle lezioni, agli esami e all'accumulo dei crediti, ma diventando luogo di confronto e dialogo tra gli studenti e contribuendo in modo significativo alla nostra formazione e alla nascita di uno spirito critico mediante l'intercambio culturale delle conoscenze e dei saperi. In tale prospettiva, l'autorganizzazione e l'autoproduzione di iniziative culturali extra-curriculari (dibattiti, cineforum, concerti, rappresentazioni teatrali, concerti di musica sperimentale popolare e classica, etc) nei locali dell'Università dovrebbe essere inteso come parte di un processo più generale di crescita del nostro Ateneo.

Il Collettivo considera di fondamentale importanza anche il dialogo con altre realtà esterne all'ambito universitario. Siamo infatti convinti che l'università non possa essere un'istituzione asettica e autoreferenziale, ma debba necessariamente essere aperta al confronto con il mondo in cui lo studente dovrà inserirsi alla fine del suo percorso di formazione.

Inoltre l'inspiegato cambio di rotta sulla questione delle elezioni della componente studentesca, all'interno della rosa dei dodici che avranno l'onere di redigere lo statuto d'ateneo, ripropone in modo pressante la questione democratica. L'ambiguità e la mancanza di trasparenza nei processi decisionali appare essere un regola, piuttosto che un'eccezione, che getta delle ombre sempre più cupe sul futuro dell'Ateneo e quindi dell'intera città. Pertanto ci auguriamo che lo stesso Senato si esprima pubblicamente per chiarire come e in che modo le elezioni, date per decise a mezzo stampa, siano state revocate”.

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